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noi e quello che succede in giro...

sab

25

apr

2020

25 Aprile 2020

gio

27

set

2018

Ciao Commissario!...Ciao Ugo!

La scomparsa di Ugo Berga lascia in noi e alla nostra sezione Anpi un vuoto incolmabile. Il dolore che ci ha colpito è difficile da descrivere a parole perché, per noi, Ugo è stato una colonna fondamentale del nostro crescere, dentro e fuori la piccola sezione. 

Sappiamo che il percorso di ognuno di noi, su questa terra, ha una dimensione finita ma speravamo tanto di poter fare ancora un pezzo di strada insieme. 

Ugo ci ha dato in ogni momento della sua vita un gigantesco sostegno, senza mai risparmiarsi e accompagnandoci sempre con un sorriso e con una cortesia rari e preziosi.

 

Ugo Berga era nato il 24 gennaio 1922 a Torino da famiglia di origine ebraica. Lui non fu mai osservante anche perché cresciuto tra i Montagnana, a Borgo San Paolo, famiglia prima socialista e poi comunista, legata profondamente al movimento operaio. I discorsi che si facevano in casa erano naturalmente antifascisti e la speranza era sempre quella della caduta del fascismo.

 

Le leggi razziali lo costrinsero a lasciare la scuola, anche se riuscì a conseguire l’esame di abilitazione magistrale come privatista. Nel 1942 fu precettato ad eseguire una serie di lavori pesanti finché non sfollò con la sua famiglia a San Giorio di Susa, dove il padre aveva una piccola casa.

 

Si unì alla Resistenza valsusina fin dalle prime ore, aggregandosi a un gruppo di alpini di Susa che si erano accampati nei boschi dopo l’8 settembre. Membro ufficiale del partito comunista fin dalla prima ora (anche se il partito era ancora clandestino), con il formarsi delle brigate divenne commissario politico della 106esima Brigata Garibaldi, che operava sull’Inverso della valle di Susa nella zona sopra San Giorio e Bussoleno. Fu presente nei momenti storici della Resistenza valsusina, tra cui il giuramento della Garda, l’8 dicembre 1943.

 

Al termine della guerra, come dipendente delle Ferrovie è stato attivo nella Cgil. Ha poi proseguito il suo operato nel sindacato, lo Spi Cgil, dopo la pensione per circa 15 anni.

 

Del suo apporto nell’Anpi è difficile sintetizzarne i tratti principali perché Ugo è stato sempre attivo, sempre presente alle molteplici commemorazioni ufficiali, sempre disponibile a concedere interviste così come a partecipare a dibattiti e a rispondere alle tante domande di ogni tipo di platea, soprattutto quella (che lui prediligeva) di bambini e ragazzi.

 

Quando è nata la lotta del Movimento No Tav in valle di Susa, lui ne ha subito sposato la causa. Come noi, sosteneva che il metodo con cui l’opera è stata imposta agli abitanti della valle di Susa non avesse alcunché di democratico. Finché il suo fisico glielo ha permesso ha partecipato a tutte le manifestazioni indette dal Movimento, portando la bandiera della sezione Anpi con sé. 

Della necessità di saper attualizzare il messaggio che la Resistenza partigiana aveva lasciato alle nuove generazioni era profondamente convinto, così come era attivo nel portare la Memoria di ciò che è stato perché il fascismo non accadesse nuovamente in futuro.

 

Ugo aveva un carattere riservato anche se amava tantissimo stare in mezzo ai giovani. Amava lo humor (tanto che ha anche scritto un libro “Barzellette del Ventennio e dintorni”) ed era sempre di buonumore.

Solo nell’ultimo periodo, quando la vista lo aveva un po’ abbandonato, lo abbiamo visto un po’ stanco e appena più opaco. Per noi è stato un grande maestro, così come lo è stato Giovanni Peirolo, che adesso raggiungerà sulla cima delle nostre montagne, dove per sempre fischierà il vento.

 

Fa buon viaggio Ugo. Il tuo insegnamento sarà sempre parte di noi.

lun

30

apr

2018

Ciao Partigia!...Ciao Elsano!

È mancato stanotte Angelo Borgis, nome di battaglia Elsano, partigiano bruzolese e presidente, per decenni, della sez. A.N.P.I. di Bruzolo. Classe 1920, Elsano era un uomo di poche parole, deciso e spiccio nei modi di fare ma sempre capace di raccontare la Resistenza e di attualizzarla oltre che di regalare un sorriso a chi gli stava intorno. Sempre presente alle manifestazioni. Sempre con la bandiera della sezione tra le mani. Nella Resistenza aveva creduto sin dall'inizio e si unì alla 42esima Brigata Garibaldi d’Assalto “Walter Fontan” nel giugno '44 lasciando il suo lavoro alla Fiat per imbracciare il fucile e combattere contro il fascismo.

Fu protagonista della battaglia di Balmafol nel luglio di quello stesso anno. Ci raccontava sempre che fu tra i primi a scendere dopo la battaglia a valle essendo caposquadra. "Ho incontrato un fascista ferito - ci diceva - mi hai chiesto di aiutare a metterlo comodo e di dargli un sorso d'acqua e io l'ho fatto. Mi ha chiesto perché volevamo ucciderli e io gli ho detto che noi non volevamo uccidere proprio nessuno ma che erano loro a voler uccidere noi. Poi sono sceso e l'ho lasciato sul sasso. Dopo di me sono scesi russi e loro non facevano mai prigionieri".

Elsano è stato anche protagonista alle Sevine. Mancava il mortaista e lui quando aveva fatto il soldato aveva imparato ad usare il mortaio. Grazie alla sua mira in quell'episodio nessun partigiano ci rimise la vita e i tedeschi trattarono la resa.

Elsano ci ha accolto nell'A.N.P.I. come figli e noi sappiamo che sarà sempre insieme ed accanto a noi, sulle montagne della Valle di Susa.

 

Ciao Partigiano. Ci mancherai.

 

Il funerale di Elsano si terrà Mercoledi 2 Maggio alle ore 11.00 a Bruzolo (TO)

 

lun

19

mar

2018

Comunicato sugli arresti e sulle restrizioni a carico di sette giovani antifascisti, che parteciparono alla manifestazione contro Casa Pound del 22/02/2018

Questa mattina sono scattate perquisizioni e misure cautelari per sette giovani antifascisti torinesi che, il 22 febbraio scorso, hanno preso parte al corteo cittadino organizzato in opposizione al comizio che il  “partito” neofascista CasaPound aveva preparato la sera stessa a Torino. 

Quella sera, anche la nostra sezione A.N.P.I. sfilò per le vie della città per esprimere la nostra ferma opposizione a gruppi come CasaPound, che, in perfetto clima elettorale, si sono fatti  portatori di campagne elettorali legate a programmi di stampo fascista e xenofobo, tese ad incrementare la guerra tra poveri che da tempo ha preso piede in Italia. Tutto ciò legittimati dal resto dei politici italiani, che da sempre fingono di non vedere questa situazione preoccupante e drammatica e che, invece, preferiscono voltarsi dall’altra parte anziché difendere i principi base della Costituzione nata dal sangue dei nostri Partigiani.

 Ricordiamo che in Italia esiste il reato di “apologia del fascismo” e che, quindi, chi si macchia di questo crimine dovrebbe essere giudicato secondo la legge, dato che, a bene vedere, gruppi di marcato stampo fascista, come Casa Pound o Forza Nuova, non avrebbero neanche il diritto di esistere. Ma si sa, in Italia la legge non è uguale per tutti e dunque è meglio arrestare e perseguire giovani antifascisti colpevoli solamente di aver portato la determinazione ed il loro dissenso per le vie della città e non chi apre il fuoco sui passanti inermi, chi propaganda idee fasciste, chi accoltella, chi si fa forte di alleanze impronunciabili. si preferisce reprimere ragazzi colpevoli solamente di provare a contrastare con le proprie idee e i propri corpi chi si schiera a difesa di tutto ciò, sia esso un neofascista o un rappresentate delle forze dell’ordine posto a tutela di chi si chiude negli hotel a 4 stelle a propagandare idali fuorilegge. 

 

Per tanto come sezione A.N.P.I. Bussoleno-Foresto-Chianocco, ci schieriamo a fianco dei sette ragazzi, esprimendo loro solidarietà e vicinanza e auspicando di vederli presto al nostro fianco. Perché da sempre sappiamo qual è la parte giusta dalla quale stare e perché la, dove sarà necessario, noi ci saremo.

 

Ora e sempre Resistenza!!!

 

Sez. A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario"

Bussoleno - Foresto - Chianocco

gio

01

mar

2018

No a Forza Nuova a Torino!!!

Oggi pomeriggio a Torino, proprio come la scorsa settimana, Forza Nuova, partito dichiaratamente neofascista ha lanciato il suo appuntamento per presentare agli elettori il proprio programma elettorale di stampo marcatamente fascista e xenofobo. Costoro a suon di "Italia agli italiani” stanno alimentando una guerra tra poveri sempre più evidente e drammatica legittimata dall'indifferenza delle istituzioni democratiche del paese che dovrebbero invece proprio vigilare su queste deviazioni.

 

Partiti ed associazioni neofasciste come Forza Nuova e Casapound secondo la Costituzione Italiana non dovrebbero neppure esistere, tantomeno dunque indire comizi e presentarsi alle elezioni in uno stato democratico nato dalla Resistenza antifascista.

La legge è chiarissima e non da spazio ad interpretazioni di alcun genere.

 

Il reato di apologia di fascismo è infatti già stato introdotto in Italia dalla Legge Scelba del 1952 ed è stato poi rivisto dalla Legge Mancino del 1993. Cosa prevedono queste due leggi? La Legge Scelba riconosce come "riorganizzazione del disciolto partito fascista" il caso in cui "una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". La legge punisce tale riorganizzazione con la reclusione da cinque a dodici anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro "chiunque promuove od organizza sotto qualsiasi forma la ricostituzione del disciolto partito fascista" e "chiunque pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista".

 

Successivamente, la legge 205 del 1993, conosciuta come Legge Mancino, punisce chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (reclusione fino ad un anno e sei mesi o multa fino a 6.000 euro). Punito è anche chi istiga, con qualunque modalità, a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (reclusione da sei mesi a quattro anni). Dunque questa legge condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia fascista e vieta, infine, ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

 

L’apologia di fascismo è dunque chiaramente un reato e come tale andrebbe perseguito. Uno stato ed un’opinione pubblica che si defilano, che non vogliono vedere e che permettono a questi rigurgiti fascisti di partecipare ad un processo democratico come la tornata elettorale ne sono gravemente responsabili e complici.

 

Come antifascisti dobbiamo necessariamente schierarci ed impedire che persone come Roberto Fiore, gerarca di Forza Nuova, terrorista nero condannato per la strage di Bologna possa anche solo aprire bocca, soprattutto in una città come Torino, Medaglia d’oro della Resistenza.

Per questo motivo la Sezione A.N.P.I. di Bussoleno-Foresto-Chianocco parteciperà alla manifestazione antifascista prevista per oggi pomeriggio alle 17.00 in Piazza Statuto.

 

Nessun diritto e nessuno spazio a nostalgici e fascisti.

Ora e sempre Resistenza!!!

 

Sez. A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario"

Bussoleno - Foresto - Chianocco

gio

08

feb

2018

Comunicato sulla strage fascista di Macerata e sulla relativa Manifestazione Antifascista

Sabato 10 febbraio, come sezione ANPI, saremo in piazza a Macerata con le nostre bandiere e i nostri militanti antifascisti. Apriamo così queste righe per chiarire la nostra posizione riguardo i fatto accaduti nei giorni scorsi e le vergognose passerelle politiche che ne sono seguite.

Apprendiamo con sdegno e vergogna che l'ANPI nazionale, cofirmando un "documento" con l'associazione Libera, l'ARCI e il sindacato CGIL, rinuncia all'imminente mobilitazione.

Si tratta, quindi, di chiarire un paio di concetti chiave sul ruolo che la nostra associazione e la parola antifascismo hanno al giorno d’oggi. Se a Macerata, una persona di estrema destra ha potuto impunemente presentarsi alle elezioni con il partito fascista Lega Nord e scorrazzare impunito nei vari cortei e nelle varie scorribande organizzate dalla "cugina" casapound, è perchè gli si è lasciato il tempo e lo spazio di farlo. Se a seguire ha poi potuto armarsi e scorrazzare sparando dalla sua auto verso le persone di pelle diversa dalla sua, è per lo stesso spazio in precedenza concessogli. Se oggi dobbiamo assistere alle vergognose rivendicazioni dei suoi compari che lo glorificano e lo onorano tramite striscioni e comunicati, è per il medesimo motivo. 

Che significato avrebbe oggi riportare la pace e il silenzio dopo quanto accaduto? Assicurare alla giustizia i colpevoli? Certo che no, assicurerebbe solamente altro spazio ai fascisti. Allora serve alzare la voce e rispedire nel passato questo rigurgito, serve occupare tutti gli spazi possibili e ricacciare con la forza chi si vanta di essere fascista. Serve esserci e uscire di casa. Non avere il coraggio oggi di marciare compatti, significherebbe regalare un altro segno di debolezza e nient’altro che una sconfitta.

 

Con altrettanta sicurezza possiamo indicare come complici queste associazioni che, giocando a braccetto con il partito democratico, hanno sottoscritto queste ingloriose righe di rinuncia. Saltando nella storia ci ricordano molto la triste mossa dell'Aventino, pagata a caro prezzo e con il sangue nei decenni successivi. Non ci dilunghiamo oltre e chiudiamo con una riflessione.

 

I partigiani che nella Resistenza hanno scritto una delle pagine più belle, difficili e dolorose del nostro paese ci avrebbero immaginato così? Dopo tanto sudare e soffrire avrebbero voluto per ricordarli due mazzi di fiori il 25 aprile e un po' di applausi ad una parata ufficiale? Forse avrebbero scelto il circo, dove applausi e fiori li si tira un po' a tutti.

 

Noi vogliamo pensare invece di avere tra le mani un testimone importante, la Libertà. Diritto che si comprende di non avere più solo quando lo si è perso. A Macerata così rischia di essere e per chi giunge da lontano in cerca di aiuto e fortuna purtroppo già così è.

 

Rilanciamo dunque l'appello alla mobilitazione e la nostra presenza e sostegno a quanti, antifascisti ed antirazzisti si mobiliteranno, oggi e negli anni a venire. Sabato aimè non ci saranno i vessilli dell'ANPI nazionale, ci sarà però il cuore e il sogno di ogni partigiano caduto per la Libertà. Ci saranno le bandiere delle singole sezioni e di tutte le associazioni veramente svincolate da giochi di potere, partiti e soprattutto dalla paura.

 

Non un passo indietro!

Ora e sempre Resistenza.

 

Sez. A.N.P.I. "G.Peirolo - F. Ferrario" di Bussoleno – Foresto – Chianocco

gio

18

gen

2018

Nessuno spazio ai razzisti!!!

La Sezione A.N.P.I. “G. Peirolo – F. Ferrario” di Bussoleno-Foresto-Chianocco auspica che il convegno propagandistico organizzato dalla Lega Nord, presso il Ninfa Hotel di Avigliana, venga immediatamente fermato ed annullato. Non è tollerabile questo incontro in una terra, la valle di Susa, baluardo da sempre di accoglienza e solidarietà, soprattutto ai giorni nostri dove centinaia di persone, quotidianamente vi transitano e vi si rifugiano in fuga da guerre, miseria e fame e alla ricerca di una possibile vita.

 

La nostra Sezione non tollera in alcun modo la presenza di personaggi da sempre promotori di propaganda ed azioni razziste e xenofobe e che nulla hanno a che vedere con la società civile ed i diritti nati dalla Resistenza e dal sacrificio dei Partigiani.

Eguaglianza, tolleranza, diritti civili e solidarietà sono valori che nulla c’entrano con queste persone e con il relatore dell’incontro, da loro scelto, Magdi Cristiano Allam, personaggio notoriamente intollerante ed islamofobo.

 

Non possiamo permettere che tali propagande razziste siano organizzate e abbiano voce. Occorre scendere in piazza e difendere il DNA di una valle di lotta, terra di accoglienza e di tolleranza.

 

Per questo motivo, invitiamo tutti, gli antifascisti/e, i cittadini/e a partecipare insieme alla nostra Sezione e alle altre associazioni presenti al presidio antirazzista organizzato dallo Spazio Sociale VisRabbia di Avigliana e previsto per domani sera, Venerdì 19 Gennaio, alle ore 20.00 presso il Piazzale Donatori di Sangue – angolo via M. Gandhi di Avigliana.

 

Non un passo indietro davanti a razzisti e fascisti. Mai.

 

Sez. A.N.P.I. “G. Peirolo – F. Ferrario” di Bussoleno-Foresto-Chianocco

dom

09

apr

2017

Quegli spiritosi di camerati di Forza Nuova!!! ...

Sabato 8 aprile abbiamo mantenuto il presidio antifascista a Susa nonostante la rinuncia di Forza Nuova ad allestire il gazebino per raccogliere a loro dire firme in Valle, e abbiamo fatto bene. Si sono presentati una decina di fascisti, a loro dire dirigenti, per comunicare con i giornalisti a spiegare i motivi della rinuncia. In realtà si sono presentati una decina di pataccari tronfi tronfi nelle loro magliette nere con su stampato "ordine contro caos" (!???) iper mega protetti da decine di poliziotti, carabinieri, digos, ros e chissà che altro, confinati nel parcheggio di un condomino che neppure i segusini conoscono. 

 

Noi c'eravamo e ci saremo sempre ogni qualvolta i fasci del terzo millennio vorranno provarci, perché pensiamo che non ci devono essere spazi, e neppure parcheggi, per tale accozzaglia fascista, xenofoba e razzista. Abbiamo documentato con fotografie e video il presidio antifascista e pubblicato le immagini sui vari social. Oggi però ci siamo dovuti fare grasse risate poiché i camerati hanno dietro le loro tastiere commentato il video da noi pubblicato su Youtube.

Questo il loro commento: "Gli spazi noi ce li prendiamo...rassegnatevi! A 72 anni dalla disfatta noi siamo ancora qui, a combattere con immutata fede."

 

Ci è venuto da ridere davvero a crepapelle, non tanto per la battuta decisamente poco ridicola, ma per l'ardire dell'affermazione. Certo, che se quello che prendono, scortati e protetti da polizia e carabinieri in pompa magna e assetto antisommossa è un piccolo parcheggio nascosto tra un condominio e la ferrovia, completamente blindato da ogni lato che neppure i residenti a momenti conoscono, beh, allora possiamo dormire sonni tranquilli in Valsusa.

Consigliamo comunque ai camerati, la prossima volta, di noleggiare a loro difesa almeno una portaerei da ormeggiare in Dora, poiché noi si, continueremo ad esserci, ma gli spazi per loro proprio no! Ne ora, Ne mai!

Ora e Sempre Resistenza!!!

 

gio

06

apr

2017

Ciao Lupo!!! Ciao Partigia!!!

S’è n’è andato anche Lui, Ivano Piazzi, per tutti noi “Lupo”.

Partigiano, infaticabile testimone della Resistenza e dell’Antifascismo, l’ultimo della 17° Brigata Garibaldi e uno degli ultimi della 42° Brigata d’Assalto “Walter Fontan”. Con la scomparsa di Lupo viene a mancare un amico e Compagno dal quale i giovani potevano cogliere in prima persona lo spirito dei nostri Partigiani, Lui Cremonese, ma residente a Genova e Valsusino d’adozione e per merito, non mancava mai all'anniversario di Balmafol come a quello del Colle del Lys, luoghi nei quali ha combattuto e vissuto nel giusto della Resistenza.

 

Novantenne all'anagrafe ma ventenne nel cuore e nell'animo continuava a stupirci ogni volta che lo vedevamo arrivare, da solo, in auto da Genova o da chissà dove. In mano il tablet o lo smartphone di ultima generazione con il quale, diceva lui, teneva contatti con i giovani e con le sezioni A.N.P.I. di ogni dove ed un immancabile sorriso a riempirgli il viso. Senza Lupo saremo, d’ora in poi, ancora più poveri, non tanto per gli insegnamenti del Lupo, poiché quelli rimarranno indelebili, quanto perché non troveremo più, durante le nostre iniziative, la sua forza e la sua freschezza, a tratti disarmante, un vigore che spesso neppure i ventenni posseggono.

 

Ma chi era Ivano Piazzi, nome di battaglia “Lupo”?

Lo possiamo capire meglio nello stralcio di questo racconto “il colle del lupo” - Storia di un ragazzo che scelse di resistere di Marco Rovelli

 

…Ivano decide di partire. Sa che andrà con i «partigiani», che sono antifascisti e antitedeschi. Sa che gli daranno da mangiare e da vestire. Pensa che gli daranno da mangiare e da vestire affinché non collabori con tedeschi e fascisti. Ancora, però, non s’immagina che dovrà prendere le armi. Parte tranquillo: ha il foglio su cui c’è scritto che deve presentarsi il 12, se lo fermano può dire che sta andando a fare una gita a Torino prima di partire per la Germania, del resto è pure senza bagagli. Le istruzioni sono queste: al mattino alle sei in stazione a Cremona, fai il biglietto per Torino, dovrai cambiare a Milano. Quando arrivi a Torino Porta Nuova, vedrai nell’atrio uno con «La Stampa» in tasca. Sarete una ventina, non dite nulla, fate gruppetti di quattro, a distanza tra di voi, e seguitelo.

In treno Ivano trova diversi giovani, allegri. Vado a trovare la morosa in risaia a Santhià, dicono in un paio. Ivano capisce che quelli saranno suoi compagni. A Torino Porta Nuova c’è l’uomo con «La Stampa» in tasca. Ivano scoprirà poi che si chiama Paolo Ghilardotti, il quale riuscirà a mettere insieme centotrenta giovani cremonesi portandoli in Val Susa. Da Porta Nuova, dunque, si prende il tram fino a Porta Susa, e di lì di nuovo il treno: si scende a Condove. Da lì a piedi, si sale in montagna, sopra Avigliana. Le scarpe di qualcuno si rompono, sono scarpe da città. Dopo qualche ora di cammino si arriva in una baita, un pugno di riso in una vecchia scatola con un cucchiaio di legno ricavato dalla scorza delle piante, si dorme stesi su un letto di strame e foglie secche.

Alla mattina, prendono le generalità: nomi e città – ma non la via – e poi: «sceglietevi il nome di battaglia». Ivano sceglie Lupo: a casa ha due cani lupo che ama, e poi è un nome adeguato a quei posti.

Quella è la 17a brigata Garibaldi, appena sotto il Col del Lys. Al mattino ci si alza, ti danno latte e orzo, e castagne secche. I primi giorni bisogna aspettare. Commissario politico della 17a è Kiro, un cremonese che Lupo già conosce. Lui comincia a fare formazione politica, e arrivano anche dei delegati del Partito comunista a tenere una lezione. Lupo ha capito che non sarà sufficiente aspettare che la guerra finisca, ma che lì ci si dovrà anche difendere. Sebbene per adesso armi non gliene diano, e lì di armi ce ne sono pochine, ancora. Lupo ne approfitta per perlustrare le montagne, capire la direzione dei vari sentieri, nel caso arrivino i fascisti dal basso. Una conoscenza dei luoghi che gli sarebbe potuta tornare utile il 2 luglio, quando arriverà il rastrellamento a opera di un migliaio di tedeschi e di fascisti: molti partigiani riusciranno a sfuggire nascondendosi nei boschi, negli anfratti della montagna, nella nebbia; ma ventitré di loro saranno catturati, torturati e uccisi. Ma per fortuna del Lupo, dopo due settimane di permanenza alla 17a lui è già stato mandato nella 42a, a Chianocco, sopra Bussoleno.

Lì arriva in un distaccamento dove sono quasi tutti militari meridionali, che non potevano tornare a casa. Si erano portati su le armi, e una mitraglietta Fiat la danno anche a Lupo, che qui fa conoscenza con i pidocchi, fedeli compagni di guerra. E così si scende per le azioni, principalmente indirizzate a sabotare la linea Torino-Modane. Far saltare le traversine del treno. Oppure fermare i convogli, e bloccare la linea, dove capita anche di far prigioniero il tedesco a fianco del macchinista, che si arrende senza provare a opporsi visto il numero dei ribelli... Ma poi, come sempre, c’è il problema dei viveri, e allora bisogna scendere a procurarsene, magari requisendo il maiale di un fascista, che proprio in quel frangente ti trovi in mezzo a un rastrellamento, e allora devi scappare sparando, e mollare il maiale...

L’8 luglio arriva il rastrellamento anche per la 42a. Proprio mentre è in corso una tregua per uno scambio di prigionieri, i fascisti salgono da un vallone spoglio, dove non ci sono baite, per provare a prendere di sorpresa i ribelli. Il distaccamento di Lupo è un avamposto all’alpeggio di Balmafol, ha il compito di difendere il comando che sta più in alto. I fascisti sono a poche decine di metri, sparano nascosti da dietro gli alberi e le rocce, ma le munizioni dei ribelli sono poche, non dureranno a lungo per uno scontro di posizione. Di certo non bastano a difendersi. Allora il figlio del malgaro ha un’idea: prepariamo dei macigni e quando vengono su li facciamo rotolare e glieli buttiamo addosso... «Cômandant, l’hai nen d’armi... Campô n’ roch?», così si narra abbia detto (Comandante, non ho armi... Che faccio? Tiro giù un masso?). E allora, tutto il distaccamento comincia furiosamente a raccogliere tutte le pietre d’intorno, le impila, le dispone in file. E così i macigni vengono mollati, rotolano come una valanga, una scarica micidiale, saranno una ventina i fascisti che restano sul terreno, e gli altri sono costretti a schizzare via per non esserne travolti, mollando pure le armi che verranno recuperate dai ribelli.

 

 

Dopo il Balmafol Lupo viene aggregato al distaccamento del comando. È giovane, robusto, veloce, è perfetto come portaordini. Alla 17a, dove poi tornerà, dovendosi fare anche quaranta chilometri di pianura, il comandante della brigata, Deo, gli fa lasciar giù il moschetto e gli dà il suo mitra. Dopo sei mesi con la 42a, Lupo torna alla 17a, dai suoi concittadini cremonesi, da Kiro, dal comandante Deo e dal vicecomandante Pucci. Quest’ultimo si chiamava Sergio Rapuzzi, ed era stato a scuola con Ivano. Studiava da tenore, e cantava le operette al teatro Ponchielli. Bello quando adesso, attorno al fuoco, nell’alpeggio sopra i due laghi di Avigliana, canta, dietro le insistenze dei compagni, Che gelida manina... Quasi, in quei momenti, ci si dimentica di essere in guerra, e di avere la morte intorno. Poi, certo, Lupo impara altri canti. Come l’Inno dei lavoratori di Turati: «Su fratelli su compagni». O il bel canto operaio piemontese, «Guarda là su la pianüra / lj ciminè fan pa pì füm / e ij padron da la pàüra / as fan guernè da cuj dj ’alüm» (dove quelli del lume da cui i padroni della paura si fanno proteggere sono i carabinieri). Sulle montagne della Val Susa si può cantare in coro tranquillamente: da quelle altezze giù al piano non possono sentire.

A pochi giorni dalla Liberazione, il 29 marzo, la voce di Pucci non si sentirà più. Sarà ucciso durante un rastrellamento, sorpreso in una baita a Prà del Colle, insieme al comandante Deo. Spareranno fino all’ultimo con le loro automatiche, ma là fuori erano un migliaio. Dopo la loro morte si scende in pianura, a San Giglio Torinese. Una squadra di una trentina di persone, ogni notte un’azione contro i tedeschi: anche in città, col parabellum nascosto sotto il cappotto. Il 27, la Liberazione.

«Qual è stata la cosa che mi ha lasciato nella vita fare il partigiano? Ti dico cosa diceva uno di noi: siamo saliti in montagna ignoranti e siam scesi laureati. Ho visto quei poveri montanari grattare i sassi per coltivare, ho visto la fame che facevano... Ho provato la fame, tutto il giorno sotto mitragliate, in mezzo alla neve, scappare, restare bagnati fradici tutto il giorno, l’inverno con la tormenta, dormire al freddo senza poter accendere il fuoco. E quando passi queste cose, capisci anche chi dorme sotto i ponti... Vedi tutto: vedi cosa vuol dire la vita».

 

Ci mancherai Lupo, ma sappiamo che l’8 di luglio sarai sempre con il tuo foulard rosso della 42° al nostro fianco a Balmafol!

 

…Buon viaggio Partigia!!!

 

mar

07

feb

2017

Il fascismo non è un opinione è un crimine! Fuori i fascisti da Genova!

“Il fascismo non è un’opinione, è un crimine!” (G. Matteotti)

 

La Sezione A.N.P.I. “G. Peirolo - F. Ferrario” di Bussoleno-Foresto-Chianocco è solidale con i compagni e le compagne della Sezione A.N.P.I. Ansaldo Energia che lottano per impedire l’iniziativa che partiti e movimenti dell’estrema destra italiana ed europea vorrebbero tenere a Genova l’11 febbraio.

 

Pensiamo che, come disse Giacomo Matteotti, il fascismo non sia un’opinione, ma un crimine, e proprio per questo motivo va combattuto su ogni fronte e in ogni luogo. Peraltro riteniamo, al di là dello squallore che l’organizzare di tale iniziativa in qualsiasi piazza d’Italia susciti, una provocazione quella di scegliere la Genova della Resistenza, dei camalli, degli operai e degli antifascisti che combatterono a costo della vita e delle deportazioni per la Liberazione d’Italia.

 

La scelta di una città Medaglia d’Oro della Resistenza suona ancor più come un vile attacco, tipico dei neofascisti, proteso ad un alzare la testa, che siamo sicuri, sarà impedito con ogni mezzo proprio come accadde nel luglio 1960, dove 100.000 antifascisti genovesi cacciarono i fascisti missini.

 

Stigmatizziamo la possibilità che tale feccia nera, nel nostro paese, possa impunemente, oggi, indire tali abbiette iniziative spalleggiata o quantomeno coperta da personaggi pubblici e politici, non meno abbietti dei fascisti stessi. Chi permette, spalleggia, copre tali schifose adunate non è meno reo di chi le organizza e le frequenta.

 

Per questo motivo ci uniamo a Voi Genovesi in un abbraccio solidale e di lotta, seppur a distanza. Siamo sicuri che proprio grazie allo spirito antifascista che anima gran parte di Genova, saprete impedire tale vigliacca, xenofoba e razzista iniziativa.

 

Il vento che fischia sulle nostre montagne è lo stesso delle alture genovesi dove lottarono e lottano gli antifascisti.

 

Ora e sempre RESISTENZA!

 

A.N.P.I. Sezione “G. Peirolo - F. Ferrario”

Bussoleno-Foresto-Chianocco

 

ven

09

dic

2016

Basta un No …e che No!!!

 

 

 

Si, ce l’abbiamo fatta. La Costituzione nata della Resistenza non si tocca, l’hanno deciso gli italiani andando a votare con un’affluenza che da tempo non si vedeva in Italia. Non si sono fatti imbambolare dall'ennesimo tentativo, subdolo ed arrogante, di un governo mai eletto, amico delle banche e dei poteri forti. Questa è una vittoria di milioni di persone che si sono spese affinché la nostra carta costituzionale non fosse cannibalizzata, ma è anche una vittoria dell’A.N.P.I. che ha saputo schierarsi in maniera chiara ed efficace sull'argomento.

 

Hanno vinto i Partigiani che la scrissero con il sangue la Costituzione, hanno vinto i lavoratori e i precari massacrati dal “Jobs Act”, hanno vinto gli insegnanti martoriati della “Buona scuola”, hanno vinto i malati e gli operatori sanitari che ogni giorno si vedono tagliare salute e risorse, ha vinto il Movimento No Tav e tutti gli altri movimenti ed Associazioni che difendono i beni comuni, ha vinto semplicemente il buon senso di chi ha ancora speranza e combatte per un futuro migliore per tutti.

 

Qui da noi, in Valsusa, il No referendario ha stravinto con percentuali spesso oltre il 70%. La gente ha deciso di votare e di contare. Certo questo non significa che la Costituzione non possa essere più in pericolo, per ora è salva, ma occorre continuare ad essere vigili e soprattutto tutti dovremo impegnarci ancor più, come cittadini e come associazione, a far sì che sia finalmente attuata.

 

Certo è stato difficile proteggerla, abbiamo avuto “vicini” gruppi e personaggi che nulla hanno a che vedere con le forze democratiche e antifasciste di questo paese, ma il rischio era talmente forte ed imminente da non poterci permettere esitazioni. Fascisti e xenofobi che hanno votato No, non l’hanno fatto certamente per salvaguardare né lo spirito democratico, né la pluralità o i diritti sanciti dalla Costituzione. L’hanno fatto per affossare un governo a cui prendere il posto.

 

Dunque la lotta continua ancora, più vigorosa di prima, poiché nulla è per sempre ed il pericolo rimane ancora dietro l’angolo, ma come settantanni fa noi restiamo al nostro posto, vigili ed attenti a difesa di quei valori di libertà, giustizia ed uguaglianza nati con la Resistenza e la lotta di Liberazione.

Grazie dunque a chi si è speso per questa vittoria, in prima persona, nelle assemblee, nei comizi, su internet, sui social network e in tutti i modi possibili.

 

Direttivo A.N.P.I. sez. “G. Peirolo – F. Ferrario”

Bussoleno- Foresto-Chianocco

 

mer

28

set

2016

Solidarietà a Nicoletta Dosio. Resistente, Compagna e Amica.

Resistere è ciò che hanno fatto i nostri Partigiani, è ciò che ha fatto sì potesse nascere la nostra carta costituzionale, è ciò che ha fatto la differenza tra oppressi ed oppressori, dunque è un tema che ci interessa. Resistere è una pratica che cerchiamo di portare avanti quotidianamente proprio in rispetto di chi liberò il paese sett’anni fa e prima ancora in rispetto di noi stessi, della nostra vita, della nostra storia.

Per questo motivo siamo, ora più che mai, vicini, solidali e complici di Nicoletta Dosio, nostra compagna di sezione e di lotta, vittima della repressione della Procura di Torino, che dapprima la condanna all’obbligo di firma, poi all’obbligo di dimora ed ora agli arresti domiciliari, misure cautelari che Nicoletta disconosce e che rifiuta nella consapevolezza di essere dalla parte giusta. La parte di chi difende i diritti, l’ambiente e la giustizia sociale.

Scegliere non è mai facile, piccole o grandi che siano le nostre scelte costano sempre qualcosa a qualcuno, solitamente a chi le fa. Poi ci sono scelte imprescindibili, potenti che scatenano reazioni, emozioni, gioie o dolori. Queste sono più difficili, serve coraggio, determinazione, forza di volontà. Già, proprio come quella di Nicoletta, che sceglie paradossalmente la libertà e dunque, di fatto il carcere. Libertà e carcere dovrebbero essere agli antipodi, ma in Valle di Susa, nella Valle dei No Tav, questi due termini cambiano significato, stravolgono valori, stravolgono certezze e fanno paura. Tanta.

Nicoletta sceglie di non sottostare alle restrizioni per essere libera, per non dover abbassare la testa, perché nel giusto. Perché non sono le restrizioni, i domiciliari o una cella di una prigione a poter definire la libertà di una persona libera prima di tutto con sé stessa, di una persona che non ha paura delle proprie scelte e dei propri valori e che li mette in pratica ogni giorno. Ecco, Nicoletta ha questa capacità e dunque non potranno mai imprigionarla davvero.

Come potremo noi non affiancarla in questa sua scelta impegnativa ma serena? Nicoletta incarna con questa sua scelta, in modi e tempi differenti, il sacrificio che tanti prima di lei seppero fare proprio a difesa della liberta, riscattando la dignità e l’orgoglio degli italiani calpestato in quel caso dal nazifascismo.

Certo, ora è diverso l’avversario, ma è riconoscibilissimo lo stesso nelle lobby del tondino e del cemento delle grandi opere che Nicoletta da sempre combatte, nella repressione ostinata imposta da questa politica bieca e abietta che si abbatte nei suoi confronti e nei confronti di tanti e tante, nella globalizzazione imposta da questo modello di sviluppo ripugnante o nell’indifferenza di chi pensa ”non mi riguarda”.

A noi invece riguarda e interessa molto, per questo ci stringiamo in modo compatto a Nicoletta e a chi, come lei, subisce l’ingiustizia e il peso di questo sistema repressivo. Non ci dissociamo affatto dalle scelte che Nicoletta ha fatto, anzi le condividiamo e le supportiamo a pieno titolo poiché così ci hanno insegnato i Partigiani.

Nicoletta affronterà ciò che verrà con la serenità che appartiene solo a chi sa di essere nel giusto, di chi sa che giustizia non vuole dire necessariamente legalità, di chi sa di non essere mai solo.

Tutta la nostra sezione esprime la propria piena solidarietà e vicinanza stringendosi attorno a Nicoletta Dosio, Resistente, Compagna e Amica.

 

Sez. A.N.P.I. “G. Peirolo – F. Ferrario”

di Foresto – Bussoleno – Chianocco

 

ven

05

ago

2016

Comunicato stampa in risposta al "Comunicato di dissociazione dalle iniziative del gruppo NO TAV" dellla lista Alpignano SIcura

A distanza di una settimana dalla mobilitazione antifascista di Alpignano, come Forze Antifasciste ma anche come semplici cittadini cui stanno a cuore i principi nati dalla Resistenza, ci sembra doveroso fare alcune riflessioni in merito alla giornata e al dibattito pubblico che da questa si è sviluppato. 

Senza ripeterci, come già scritto in precedenza diamo alla giornata una valutazione assolutamente positiva, nei numeri, nei contenuti e nelle pratiche. Senza retorica ci sembra il caso di ripetere che l'antifascismo non è una nozione storica né un dato astratto. L'antifascismo è pratica quotidiana e concreta, da applicare alle nostre vite e ai nostri ragionamenti, da praticare in strada, metro per metro impedendo anche fisicamente che il fascismo rinasca e abbia spazio.

Ci dà gioia e speranza trovare nelle piazze come quella di Alpignano molti giovani attivi e disponibili con i quali siamo sicuri sia possibile continuare il nostro quotidiano lavoro che come Antifascisti cerchiamo di portare avanti. Ci è piaciuto anche ritrovare molti amici e militanti del locale Comitato No Tav, non tutti proprio giovanissimi ma molto attivi che hanno saputo guardare oltre la lotta ambientale per ritrovarsi nei comuni valori della lotta antifascista. Abbiamo inoltre conosciuto dei validi rappresentanti istituzionali dell'opposizione consiliare di Alpignano che si sono spesi in prima persona per sollevare il problema e mobilitarsi insieme a noi.

Restiamo perplessi invece dalle dichiarazione dell'associazione Alpignano sicura che alleghiamo a seguire in cui si narra di una giornata molto diversa da quella che abbiamo vissuto insieme.

Precisiamo alcune cose, visto che forse chi vive ad Alpignano e scrive non è al corrente ma si sente il dovere di dissociarsi:

  • L’A.N.P.I. di Bussoleno-Foresto-Chianocco è venuto a conoscenza del presidio fascista di CasaPound il martedì sera e da quel momento si è mobilitato per evitare che potessero agevolmente occupare Piazza caduti. 
  • Scopre il mercoledì mattina che il presidio era autorizzato dalla questura e che il sindaco (espresso dalla vostra coalizione) ne era a conoscenza da molto prima.
  • Chiede dunque nella giornata di mercoledì presentandosi di persona in veste di associazione istituzionale sia in questura che in prefettura, che venga revocata l'autorizzazione al presidio, vista la chiara matrice fascista, il luogo scelto e il tema delicato e difficile dell'accoglienza. La risposta lascia allibiti: “tutti hanno il diritto di manifestare, anzi se volete manifestare anche voi ne avete diritto ma siete oltre i termini di legge dei preavvisi (36 ore di anticipo)”.
  • Nonostante il diniego decide comunque di convocare il presidio in Piazza Caduti alle 20.
  • Giovedì senza che l'A.N.P.I. venga coinvolta, il presidio di Casapound viene spostato in Piazza Girolina dove ha sede la casa di accoglienza dei primi profughi ospitati in città e dove trova sede una importante lapide posta dal C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale).
  • Giovedì sera l’A.N.P.I. ritiene dunque opportuno e naturale convocare la contromanifestazione in Piazza Girolina alle 17, coi i propri corpi, con le bandiere dell'A.N.P.I., a difesa della memoria, in sostegno all'accoglienza, contro i fascisti di Casapound.
  • Il seguito della giornata, riassunto già in una precedente comunicazione con una puntuale cronaca, non lo ripetiamo.

A questo punto leggendo le vostre righe ci chiediamo, voi dove eravate?

Quando i fascisti per settimane scorrazzavano liberamente per le strade di Alpignano o al mercato a raccogliere firme contro i migranti. O ancora quando hanno chiesto la piazza ed il "diritto" a manifestare al "vostro sindaco"?

Con un sorriso vi auguriamo di non dovervi mai trovare dall'altra parte della barricata. Vi auguriamo invece se dovesse capitarvi di dover fuggire da una guerra o dalla povertà di non incontrare dei fascisti o dei razzisti e neanche persone come voi che pensano in modo egoista a discapito dell'uguaglianza e della solidarietà. 

Non preoccupatevi, non dovete dissociarvi, noi non ci siamo mai associati, né mai lo faremo.

 

Seguono le firme: 

  

A.N.P.I. sez. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno-Foresto-Chianocco

A.N.P.I. sez. "G. Perotti - A. Appendino" Nizza-Lingotto-Millefonti-Filadelfia

Bardino Luca – Direttivo A.N.P.I. sez. "Com. Aldo Bardino" Nole

Giulia Ricci – iscritta A.N.P.I. sez. "Concetto Campione" Nichelino

Alfredo Tassone – Iscritto A.N.P.I. sez. "Martinetto" Torino

Roberto Borri – Iscritto A.N.P.I. sez. "Martinetto" Torino

Silvano Raise – iscritto A.N.P.I. sez. “Boris Bradac” Chivasso

Rosa Pilloni – iscritta A.N.P.I. sez. “Boris Bradac” Chivasso

Valsusa Antifascista

Comitato NO TAV di Alpignano

 

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ven

29

lug

2016

Corteo Antifascista ad Alpignano...Grazie a Tutti!!!

Giovedì 28 luglio ad Alpignano, ancora una volta si è scesi in piazza per manifestare contro l'iniziativa lanciata da CasaPound, che prevedeva un presidio di protesta contro la decisione di ospitare un certo numero di rifugiati e di far chiudere il già presente centro di accoglienza situato non molto distante da piazza Vittorio Veneto.

In quanto sezione A.N.P.I. Bussoleno-Foresto-Chianocco, appresa la notizia ci siamo ancora una volta schierati contro CasaPound e la sua bieca iniziativa, che rappresenta una chiara ed evidente provocazione di stampo fascista cosa che noi questo non accettiamo, come non accettiamo che le politiche di odio basate sulla mala informazione, scorrano pubblicamente senza freno alcuno.

Ancora una volta ribadiamo che il fascismo è un reato che deve essere condannato. Ancora una volta ci troviamo a dover difendere non solo il diritto di uguaglianza, ma anche il diritto a una libertà completa e democratica.

Per questo motivo, verso le 17 di giovedì 28 luglio, una quarantina di attivisti si sono radunati in piazza Vittorio Veneto, in attesa del corteo previsto per le ore 20, che intendeva recarsi al presidio di CasaPound, col fine di interrompere la loro iniziativa. Intorno alle 20.00, ha avuto inizio il corteo e il numero di persone è cresciuto sino a raggiungere un centinaio abbondante di persone. In così scarso tempo, visto il preavviso, sono riuscite comunque a essere presenti i ragazzi ospiti al campeggio No Tav di Venaus, L'A.N.P.I. della sez. di Alpignano, alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle, i ragazzi Antifascisti di Alpignano e le numerose persone non iscritte ad alcunché ma di natura antifascista.

Nel contempo, le forze dell’ordine giunte sul posto a difesa del Presidio di CasaPound, hanno cercato di bloccare il corteo antifascista che, ormai avvezzo a queste dinamiche, ha deviato cercando di aggirare il blocco. Purtroppo però la grande presenza di agenti, schierati a difesa di ciò che noi reputiamo banalmente feccia, ci ha impedito di avvicinarci al presidio nero, ma allo stesso tempo ha di fatto chiuso la trentina scarsa di fascistelli, per lo più giovanetti e ragazzine, in quell’angolino di Alpignano togliendo loro ogni velleità di visibilità, rendendoli anca più ridicoli di quello che già non sono abitualmente. Intorno alle 21.30 il corteo antifascista si è sciolto facendo ritorno in piazza Vittorio Veneto per poi dichiarare ufficialmente conclusa, l'iniziativa di protesta.

Occorre oggi, più che mai, essere uniti nella lotta contro ogni rigurgito fascista e xenofobo come quello programmato da CasaPound ad Alpignano. Questo male che sembrava estinto, invece corre per ritornare in forze e questo va obbligatoriamente impedito; per farlo occorre schierarsi, parteggiare e scendere in strada uniti contro la vergogna fascista.

Per questo ancora una volta ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato ad Alpignano e che sicuramente parteciperanno ancora, per scacciare una volta per tutte ogni minaccia fascista, in nome della libertà e dell'uguaglianza.

 

A.N.P.I. sez. “G. Peirolo – F. Ferrario” Bussoleno-foresto-Chianocco

 

mer

27

lug

2016

Ad Alpignano contro ogni forma di razzismo e fascismo!!! Diciamo NO a Casapound!!!

 

 

 

 

Attraverso i social network apprendiamo la notizia di un presidio contro la costruzione dei centri di accoglienza, dal titolo “Il centro di accoglienza non lo vogliamo”, che si terrà ad Alpignano giovedì 28 luglio.

Non ci sono parole per descrivere lo sgomento nel leggere il nome di questa cittadina della provincia di Torino, città medaglia d’oro della Resistenza, accostato al simbolo e al nome di Casa Pound. Non ci può e non ci deve essere conciliazione con chi, nel nome della superiorità della razza bianca, promuove l’odio nei confronti di chi, nel proprio paese di appartenenza, non ha più un futuro e non vede garantiti i diritti umani. Le risposte a queste grandi tragedie personali non sono l’odio e la chiusura ma l’accoglienza e la solidarietà. Chi quotidianamente semina odio va ostacolato in tutti i modi e fermato. Non ci può essere tolleranza di fronte ad tale un crimine. Come non possono esserci mediazioni con personaggi legati alla scena neofascista italiana.

Ci chiediamo anche come sia possibile che a questi “fascisti del nuovo millennio”, come loro stessi si definiscono, sia permesso di agire indisturbati sul territorio con banchetti al mercato e addirittura convocando un corteo, nel tacito assenso delle istituzioni cittadine che hanno preferito rimanere nella zona grigia invece che decidere di schierarsi.

Ancora una volta tocca a noi scendere in piazza per difendere i diritti nati dalla Resistenza e garantiti dalla Costituzione, che ricordiamo, vieta l’apologia di fascismo. Per questo, raccogliamo l’invito delle realtà antifasciste del territorio e chiediamo a tutte e tutti gli antifascisti di partecipare al presidio che si terrà giovedì 28 luglio alle ore 19 in Piazza Caduti ad Alpignano.

 

Contro fascisti e razzisti mai un passo indietro!

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

 

Sez. A.N.P.I. “G. Peirolo - F. Ferrario” Bussoleno – Foresto - Chianocco

 

ven

08

lug

2016

Ci ha lasciato un Partigiano... Ciao Mario!!!

L'8 luglio, già, proprio oggi, nel giorno di Balmafol, Mario Solara (classe 1928) è partito e ci ha lasciato un grande vuoto. Stasera proprio poco prima di esplodere i fuochi su al Truc del Vent, ci è giunta la notizia che Mario aveva raggiunto i suoi compagni che già erano andati avanti.

I fuochi stasera erano ancora più belli, ed erano per lui che da sempre ci ha sostenuto, incoraggiato, spronato e guidato. 

Mario è stato infaticabile nel raccontare la guerra di Liberazione, la Resistenza e la storia più in genere anche di Foresto, il suo paese.

Credo abbia incontrato migliaia di bambini, ragazzi, studenti senza mai sentirsi stanco di spiegare cos'è la Libertà, perché è così importante, e cosa occorre per difenderla. Mario non si stancava mai, come da giovane, un ragazzino, su per i sentieri di Balmafol, di Falcemagna e di Foresto quando correva insieme ai Compagni della 42° Brigata d'Assalto "Walter Fontan" di cui faceva parte. 

Un gigante Mario, che a voluto a tutti i costi i giovani dentro l'ANPI, perché aveva capito che senza un ricambio non si sarebbe potuto rinnovare nulla. Un gigante che porto la bandiera dell'ANPI da Susa a Venaus sino innanzi a quello che doveva essere il cantiere dell'alta velocità e dove ora sorge il Presidio No Tav. A piedi poiché, seppur anziano, gli fu negata la possibilità di salire in auto dalle forze di polizia a cui egli non diede retta e bandiera in spalla s'incammino. Lo voglio ricordare Sindaco di Bussoleno, certi dell'ottimo ricordo che seppe lasciare ai bussolenesi tutti. Mario era sempre presente ad ogni iniziativa dell'ANPI o d'altro tipo. Era un uomo di paese e del paese. Negli ultimi tempi, seppur affaticato, con la carrozzella non mancava  mai le commemorazioni partigiane, troppo importanti per un uomo della Resistenza.

Mancherà domenica, mancherà alla sua manifestazione, quella di Balmafol, la dove si era formato come uomo e partigiano. Mario è partito oggi, l'8 luglio, il giorno in cui vinse nel '44 una delle più epiche battaglie partigiane. Quest'anno saremo, domenica, nel giorno della commemorazione, tristi e soli sapendolo via da qui. Ma proprio come sarebbe piaciuto a lui, tireremo dritto, a testa alta nella direzione che lui insieme a tanti altri ha saputo indicarci. L'8 luglio avremmo un motivo in più...

 

Buon viaggio Partigiano! Arrivederci Mario...prima o poi, in qualche luogo ci incontreremo di nuovo!!!

Mario Solara Jr.

 

Il santo Rosario sarà Domenica 10 alle ore 20.30 presso la chiesa parrocchiale di Foresto.

Le esequie saranno Lunedì 11 alle 16,15 sempre a Foresto, da dove poi Mario raggiungerà il Tempio crematorio di Piscina.

 

mar

21

giu

2016

BALMAFOL 2016

 

 

 

Anche quest’anno, come di consuetudine, celebreremo la vittoriosa battaglia partigiana di BALMAFOL, dove i giovani resistenti della 42° Brigata d’Assalto “Walter Fontan” sconfissero due battaglioni di fascisti che davano loro la caccia.

 

“…L’ira nemica si tramutò in una nuova ondata di rastrellamenti e di rappresaglia anche sulla popolazione civile. Paesi incendiati, vittime e deportati. Durante uno di questi rastrellamenti, l’8 luglio 1944, le forze nazifasciste tentarono di accerchiare i partigiani sulla montagna di Chianocco ed ebbero una delle più grandi sconfitte locali. La battaglia di Balmafol entrò così di diritto nella storia. Una battaglia in cui i partigiani meno armati e meno organizzati stroncarono le forze nemiche facendo rotolare sui fascisti a valle enormi massi. Questo costrinse i nazifascisti a uscire allo scoperto e molti di loro furono uccisi dalle armi partigiane.”

 

Quest’anno l’appuntamento di Balmafol 2016 avrà il seguente calendario:

 

Venerdì 8 Luglio - ore 22.00 circa

Fuochi d'artificio al Truc del Vent.

 

Sabato 9 Luglio - dalle ore 18.00

"Nella notte ci guidano le stelle" - cena condivisa, canti, balli e D.J. Partigia.

Campeggio in quota.

 

Domenica 10 Luglio

dalle ore 10 - Passeggiata al cippo di Balmafol. Staffetta Partigiana “Molè – Balmafol”.

ore 11.30 - Commemorazione ufficiale al monumento partigiano delle Combe.

ore 12.30 - Pranzo partigiano con Polentata e spezzatino.

 

N.B.: eventuali modifiche al programma saranno pubblicate sulla bacheca dell'evento.

 

A Balmafol c'era anche ELSANO...

Angelo Borgis nato il 12/12/1920, nome di battaglia "Elsano".

"Era il 17 giugno del '44, lavoravo in FIAT, ero ai telefoni. Arrivò notizia che i tedeschi si erano portati via due camionate di gente dalla Valle...il giorno dopo non sono mica andato a lavorare. Mi sono alzato presto, ho preparato lo zaino e il moschetto e sono salito lassù. Non è che si poteva fare altro...Bisognava organizzare la Resistenza!"

 

La battaglia di Balmafol e delle Combe.p
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mer

25

mag

2016

Fiaccolata dei Vignoletti 2016

 

La manifestazione si celebra per commemorare la Festa della Repubblica, i Martiri e i caduti di tutte le guerre e in particolare Casel Battista, ucciso dai nazifascisti. 

 

Programma:

ore 14,30

Partenza a piedi da Piazza Martiri della Libertà a Foresto per raggiungere la località “Vignoletti”.

ore 18,00

Posa di un omaggio floreale al cippo eretto alla memoria del Caduto Casel Battista, omaggio che comprende idealmente tutti i Caduti per la Libertà.

ore 19,30 

Cena condivisa (i partecipanti sono invitati a portare qualcosa da bere e mangiare in condivisione con tutti.

ore 22,00

Inizio della discesa dei partecipanti dai Vignoletti sino a Foresto in piazza Martiri della Libertà.

ore 22,30

Rinfresco allietato dalle note della Società Filarmonica di Bussoleno.

 

Partecipate numerosissimi!!!

 

mer

25

mag

2016

TRAIL SENTIERI PARTIGIANI

 

La memoria storica percorrendo il bellissimo Parco Orsiera Rocciavrè :

In Val di Susa si organizzano ormai da anni importanti corse in montagna in memoria di battaglie partigiane quali la Stellina e Balmafol. La Podistica Bussoleno, l’ANPI in collaborazione con il Valsusa Filmfest, in occasione dei vent’anni dalla sua fondazione che ha visto la diretta partecipazione e presenza di alcuni partigiani della Valle, vuole a tal proposito far riscoprire attraverso un trail ed una camminata escursionistica altri sentieri e percorsi, alcuni anche inutilizzati da decenni, che ripercorrono le vecchie vie di risalita dei partigiani; luoghi in cui si sono formati ed organizzati importanti distaccamenti e bande partigiane tra le quali quelle a capo di Walter Fontan e di Carlo Carli , e che sono stati teatro di rappresaglie e rastrellamenti da parte dei nazifascisti causando la morte di diversi partigiani. Sentieri descritti e raccontati da Ugo Berga (presidente onorario del VFF), classe 1922 – Partigiano Combattente e Commissario Politico della 106^ Brigata Garibaldi “Giordano Velino”. Memoria storica al quale tutt’oggi molti guardano per la disponibilità e lucidità delle analisi.

 

Trail di 17 Km. con 1000 mt. di dislivello tra Mattie, Bussoleno e Parco Orsiera Rocciavrè che ripercorre i vecchi sentieri dei Partigiani.

Iscrizione € 10.00 fino al 22 maggio.Dal 23 al 29 maggio € 15.00

 

maggiori info su:

http://podisticabussoleno.wix.com/runner#!trail-sentieri-partigiani/ffirl

gio

21

apr

2016

A fianco di chi lotta, per un 25 Aprile di Resistenza!!!

Comunicato delle sezioni A.N.P.I.

 

Mancano pochi giorni al 71° anniversario della Liberazione e in città sono in preparazione tanti momenti per celebrare questa giornata: uno di questi è la tradizionale fiaccolata del 25 Aprile, che vedrà la partecipazione ufficiale, oltre che dei cittadini, anche di rappresentanti delle istituzioni torinesi.

Crediamo che trasmettere la memoria sia garanzia per il futuro, ma non debba diventare la scusa per rimanere fermi al passato e fare uno sterile esercizio di retorica, bensì il rinnovo dell'impegno costante e attivo nella vita sociale e politica del nostro Paese.

Spesso però questo impegno di chi lotta in difesa dei diritti costituzionali, oggi rimessi in discussione, dei diritti sociali, tra cui quello all'abitare e quello al lavoro, dei beni comuni e contro i nuovi fascismi e razzismi, viene criminalizzato.

In questo momento, molti compagni e compagne, tra cui anche diversi iscritti all'A.N.P.I, sono bersaglio di un duro attacco giudiziario, usato da chi ci governa come mezzo di repressione del dissenso e delle lotte sociali, in piena sintonia con la “svolta autoritaria” di questa società.

Continuiamo a credere che la lotta sia strumento per realizzare una società diversa, più libera e giusta e per questo vogliamo che il 25 Aprile sia anche la giornata per prendere posizione a fianco di tutte le organizzazioni, i movimenti e gli studenti che in ogni luogo di questo territorio, dalle montagne valsusine alle piazze e università della città, continuano a praticare Resistenza.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare alla fiaccolata del 25 aprile. Il ritrovo è alle ore 20.00 in piazza Arbarello, a fianco di chi parlerà il linguaggio della solidarietà e che non si accontenta di sterili celebrazioni.

 

Ora e sempre Resistenza!

Sezioni di:

Bussoleno- Foresto- Chianocco

Grugliasco

Nizza Lingotto

Bruzolo

Sant' Ambrogio

Livio Pepino

Alessandra Algostino

Mariachiara Acciarini

Alfredo Tassoni

Arcigay "Ottavio Mai"

CasArcobaleno Torino

Circolo Arci " Primo Maggio" Nichelino

Franchigia Rugby No Tav No Ponte

Giulia Casel- Presidente sez A.N.P.I. Bussoleno- Foresto- Chianocco

Vinicio Milani Presidente sez. A.N.P.I. Chivasso

Massimo Fada- Presidente Sez. ANPI Caduti di Piazza Rovetta - Brescia

Elmis Oddone - Presidente Sezione ANPI di Luserna San Giovanni

Fabrizio Perottino

Giulia Ricci

Martina Morello

Demis Sacco

Ilaria Mardocco

Martina Casel

Paola Meinardi

Massimo Bachetti

Rosa Pilloni

Silvano Raise

Daniela Mussano

Mauro Saroglia

Diego Aruga

Claudia Costamagna

Luisa Baldi

Lisa Guerini

Tiziana Diato

Massimo Quaglia

Cristina Ricchiuti

Walter Meaglia

Chiara Regis

Michele Racco

Celestina Festa

Sabrina Testa

Dana Lauriola

Mattia Berera

Alberto Armano

Fulvio Grassone

Giovanna Malizia

Ignazio Maffeis

Alessandro Martini

Carla Luera

Francesca Simondi

Angela Blatto

Lionello Rolando

Lucia Bisetti

Alberto Ara

Gloria Fabbri

Francesca Grignolio

Ezio Bertok

Stefano Grassi

Arianna Lovera

Ilenia Argento

Roberto Colarullo

Pier Luigi Salza

Giulia Ferro

Maria Edgarda Marcucci

Beppe Sera

Luigi Girasole

Fabrizio Salomoni

Giulia Guidobaldi

Fabio De Giovanni

Silvia Marchisio

Renzo Vienna

Bianca Riva

Roberto Borri

Christian Osella

Tiziana Pistol

Tino Balduzzi


mer

16

mar

2016

Comunicato A.N.P.I. sez. G. Peirolo- F. Ferrario sui fatti di Martedì 12 Marzo 2016

Ieri, 15 marzo 2016, in Valle di Susa sono state effettuate perquisizioni e applicazioni di misure cautelari a danno di attivisti e attiviste del movimento NO TAV, tra i quali anche alcuni iscritti alle sezioni A.N.P.I. di questo territorio.

Alle prime luci dell'alba, infatti, otto persone si sono viste perquisire casa e notificare quattro obblighi di firma giornaliera e quattro arresti domiciliari senza possibilità di comunicare con l'esterno. La motivazione portata dai carabinieri dei Comandi di Susa e Borgone riguarda un episodio risalente a settembre 2015 quando, nel centro di Bussoleno, si è svolta una manifestazione di solidarietà della popolazione in occasione di un fermo dei Carabinieri che poco aveva a che vedere con un normale controllo. Parliamo di un'azione di solidarietà nei confronti di un commerciante della Valle inseguito e fermato a Bussoleno dopo un'iniziativa nella tanto discussa Val Clarea.

 

Quella sera le persone presenti oltre ad essere state aggredite verbalmente dagli agenti, hanno dovuto assistere a tristi e degradanti affermazioni razziste e fasciste da parte di uno dei carabinieri che, in quell'occasione, si è infatti distinto per aver pronunciato frasi come” ho avuto meno problemi con rumeni e albanesi che con voi” e ” se ci fosse il fascismo non ci sarebbe il problema della vostra protesta”. Una delle denunciate, iscritta alla nostra sezione, è stata addirittura sottoposta alla misura di obbligo di firma semplicemente per aver detto la verità in seguito a queste affermazioni. "Fascisti" è, infatti, la parola che ha portato il PM e il giudice a richiedere per lei questa assurda misura cautelare.

 

Le misure poste in atto sono assolutamente sproporzionate per gli eventuali reati commessi (chiaramente ancora da giudicare) e fanno percepire un clima ancora più preoccupante di quello già noto in questa vallata: luogo di pesante militarizzazione dove risulta sempre più difficile esercitare il diritto di protesta, sancito dalla costituzione. Le operazioni sono state condotte bruscamente, con l'umiliazione della perquisizione "personale" che consiste nel fare spogliare integralmente il fermato. A questa insopportabile vessazione si è aggiunta una scoperta che se risultasse vera disegnerebbe un quadro anco più preoccupante. Sarebbe infatti stata notato un quadro di Mussolini e alcuni suppellettili di tipo fascista in una stanza presso la Caserma di Susa. A raccontarlo sono stati proprio i fermati trasferiti lì in modo coatto in mattinata, per la consegna delle notifiche.

Quest'operazione messa in campo dal corpo dei carabinieri di Valle e capitanata dalla procura torinese attira la nostra attenzione per le dinamiche nella quale è avvenuta e per le motivazioni che hanno portato.

 

Facciamo un passo indietro in quanto, anche se per alcuni risulterà ridondante, per noi è assolutamente necessario. Da 25 anni a questa parte il nostro è un territorio in lotta. Le persone di questa terra hanno deciso molto tempo fa che avrebbero lottato e resistito per tutto il tempo necessario e con mezzi democratici e legittimi per contrastare questa opera, che ricordiamo essere inutile non solo per la gente della Valle ma per tutto il territorio nazionale. Purtroppo però ci troviamo da sempre di fronte istituzioni sorde alle nostre istanze che, da un lato, sono in grado di usare la forza non appena l'ordine costituito viene messo in discussione, dall'altro sono in grado solo di proporre ,come apparente ammortizzatore al falso profumo di democrazia, organi decisionali tecnici per discutere di come fare il Tav. Il tutto senza tenere in conto l'assoluta e determinata contrarietà della maggioranza della popolazione a questo progetto.

In un periodo in cui l'Italia sta andando allo sfascio, le istituzioni nazionali, che governano illegittimamente, non esitano nel continuare a tenere ben alto il baluardo della lobby del TAV, spendendo soldi pubblici in questa a discapito di servizi alla persona, sanità ed istruzione.

Si è appena concluso un congresso provinciale nel quale si è più volte ripetuto quanto il nostro Paese stia attraversando un periodo di crisi dilatata su più livelli (economia, democrazia, politica, sociale) e quanto questa situazione sia da cambiare impegnandosi anche come Associazione in prima persona.

Nella stessa sede ovviamente, sono state tante le affermazioni contro ogni tipo di fascismo passato e presente, contro il quale, come A.N.P.I. in particolar modo, siamo costituzionalmente legittimati a mettere in campo iniziative di contrapposizione.

 

Ieri si è scritta una pagina senza precedenti in Valle di Susa, che, avendo bene impresse in mente le parole espresse da più parti all'ultimo congresso provinciale, chiama la nostra attenzione di sezione A.N.P.I. a quanto è accaduto e alla preoccupante evoluzione di ciò che sta accadendo su questo territorio. A ciò si aggiunge anche la mattinata di oggi, dove a Torino ad altri 7 Antifascisti sono stati imposti gli arresti domiciliari e un obbligo di firma giornaliera, in conseguenza alle legittime proteste di questo autunno contro la propaganda xenofoba portata dal FUAN e dalla sezione giovanile della Lega Nord nelle Università.

 

Come sezione A.N.P.I di Bussoleno, Foresto e Chianocco non possiamo fare altre che dare tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne coinvolte nelle operazioni di questi giorni rilanciando sulla nostra partecipazione alla fiaccolata indetta per domani sera, giovedì 17 marzo, a Susa presso la Stazione Ferroviaria alle ore 20 e 30. Nel farlo, invitiamo tutti gli antifascisti e le sezioni A.N.P.I. a fare altrettanto.

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

ORA E SEMPRE NO TAV!

 

Sez. A.N.P.I. “G. Peirolo – F. Ferrario”

Bussoleno-Foresto-Chianocco

ven

27

mar

2015

Passeggiata sui luoghi della Resistenza

Incontro con il Partigiano UGO BERGA

lun

16

feb

2015

Torino, 21 Febbraio 2015 - Manifestazione Nazionale NO TAV Sezioni A.N.P.I. per la Costituzione, i diritti e i beni comuni: a fianco del Movimento NO TAV.

Siamo antifascisti iscritti all’A.N.P.I. e per noi la Resistenza non può ridursi a parole retoriche e stanchi rituali, oggi distanti dalle lotte sociali. La crisi che stiamo affrontando è economica, ecologica, sociale e politica, ma anche di valori e noi siamo convinti che la si possa affrontare solo nella partecipazione diretta alle decisioni che riguardano il territorio per un concreto riconoscimento dei diritti umani e costituzionali.

 

La rivendicazione dei diritti è una lotta per la difesa dei beni comuni naturali e dei beni comuni sociali: per questo siamo vicini al  Movimento NO TAV. Vogliamo acqua pubblica, terra e aria pulita, vogliamo lavoro, scuola, casa, sanità, diritti civili accessibili per tutti, un ambiente sano dove crescere i nostri figli, perché solo così avremo pace, libertà, giustizia, uguaglianza e democrazia realizzate di fatto.

Ancora una volta saremo dunque al fianco del Movimento NO TAV, un movimento di resistenza a cui riconosciamo la funzione costituzionale di presidio della democrazia. La criminalizzazione del Movimento NO TAV si inserisce in un contesto più ampio di una preoccupante deriva antidemocratica, che definisce eversivi e terroristi tutti coloro che si battono per un modello di sviluppo diverso, più sostenibile, più umano.

Manifesteremo contro la militarizzazione della Valle di Susa, contro le intimidazioni mafiose, contro lo spreco di denaro pubblico, contro la repressione anche giudiziaria del dissenso. Repressione che ricorda da vicino quella del ventennio fascista quando gli antifascisti conobbero i tribunali politici che puntualmente li condannarono alla galera, al confino, al martirio. Oggi le sentenze comminate al Movimento NO TAV ci riportano nuovamente a quei momenti di ingiustizia e di tragedia.

Manifesteremo per un lavoro utile e dignitoso, per ospedali-scuole-trasporti pubblici efficienti, per la cura del territorio e del paesaggio, per il rispetto della Costituzione.

 

Esprimiamo la nostra vicinanza a tutti i compagni e le compagne che vengono colpiti da provvedimenti giudiziari iniqui e sproporzionati solo perché si battono in difesa dei beni comuni. L'A.N.P.I. sta dalla parte di chi lotta per il progresso e i diritti costituzionali, si schiera contro la repressione e la criminalizzazione del dissenso e a fianco di tutti coloro che oggi lottano con lo spirito proprio della Guerra di Liberazione e per la concreta realizzazione di una società altra e possibile.

 

Chi semina terrore, repressione e violenza, raccoglie dissenso e rivolta.

  

ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!

 

 

UGO BERGA – Commissario politico 106° Brigata Garibaldi “G. Velino"

FRANCO GIRIBALDI – Partigiano 42° Brigata Garibaldi "Walter Fontan"

MARIO SOLARA – Partigiano 42° Brigata Garibaldi "Walter Fontan" 

 

A.N.P.I. sez. “F. Ferrario - G. Peirolo” Bussoleno-Foresto-Chianocco - Torino

A.N.P.I. sez. “68 Martiri” Grugliasco - Torino

A.N.P.I. sez. “G. Perotti - A. Appendino” Nizza-Lingotto - Torino

A.N.P.I. sez.  Sant’Ambrogio di Torino - Torino

A.N.P.I. sez. “M. Jannon” Condove-Caprie - Torino

A.N.P.I. sez. “Brigata Ismene” Malo - Vicenza

 

RENZO OLIVA – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

PAOLO LUCENTI – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

MATTEO ZUCCALA’ – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

FRANCESCO ZUCCALA’ – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

ELENA BATTELLO – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

MAURA ROBBA – A.N.P.I. sez. Avigliana – Torino

MAURIZIO PICCIONE – A.N.P.I. sez. Vaie-Sant’Antonino - Torino

ELENA MASONI – A.N.P.I. sez. Vaie-Sant’Antonino – Torino

ROBERTO BORRI – A.N.P.I. sez. Martinetto - Torino

FABRIZIO PEROTTINO – A.N.P.I. sez. Martinetto – Torino

FRANCESCO MARTOCCIA – A.N.P.I. sez. Martinetto – Torino

ANNA ROBERTI – A.N.P.I. sez. Martinetto – Torino

GIULIA RICCI – A.N.P.I. sez. Nichelino – Torino

ILARIA MARDOCCO – A.N.P.I. sez. Nichelino – Torino

PAOLO MAGNANO –  A.N.P.I. sez. Leinì – Torino

LORETTA DELUCA – A.N.P.I. sez. Leinì – Torino

LUCA BARDINO – A.N.P.I. sez. Nole – Torino

FEDERICA BARDINO – A.N.P.I. sez. Nole – Torino

FRANCESCO GENNACARO – A.N.P.I. sez. Nole – Torino

ALMA PESCE – A.N.P.I. sez. Nole – Torino

ROBERTO SOLARI  A.N.P.I. sez. Mirano - Venezia

FABRIZIO SALMONI - A.N.P.I. sez. Pianezza - Torino

 

Comunicato A.N.P.I. di adesione alla manifestazione NO TAV del 21.02.2015
Comunicato ANPI di Adesione alla Manifes
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lun

19

gen

2015

COMUNICATO SUI FATTI ACCADUTI A CREMONA

Durante la giornata di ieri il Csa Dordoni di Cremona è stato protagonista di un vile e gravissimo agguato di matrice fascista. Infatti, verso le sei del pomeriggio, un folto gruppo di militanti di Casa Pound cremonesi, aiutati da altri personaggi provenienti da diverse città come Brescia e Parma, hanno fatto irruzione nel centro sociale aggredendo i pochi compagni e compagne presenti che hanno resistito con determinazione all'assalto. 

Durante l'aggressione Emilio, storico compagno cremonese, è stato ripetutamente colpito alla testa con una spranga ed ora si tova in ospedale in coma farmacologico con una grave ed estesa emoraggia cerebrale.

Da rimarcare anche il solito atteggiamento della polizia che, sopraggiunta sul luogo, si è limitata a identificare i fascisti per poi rilasciarli poco dopo e che, per garantire loro la via di fuga più tranquilla, ha caricato con violenza il presidio di antifascisti e antifasciste che si era radunato presso il centro sociale, rendendosi così complice dell'infame aggressione squadrista.

Come Sezione Anpi Bussoleno – Foresto – Chianocco esprimiamo totale solidarietà e vicinanza ai compagni e alle compagne del Csa Dordoni e soprattutto ad Emilio, augurandogli di rimettersi al più presto.

Ribadiamo anche e di nuovo che aggressioni di questo stampo sono inaccettabili e che, al giorno d'oggi, non dovrebbero più accadere. 

 

A.N.P.I. Sez. "G.Peirolo- F. Ferrario"

Bussoleno – Foresto – Chianocco

lun

27

gen

2014

L’A.N.P.I. contro la violenza, l’autoritarismo e l’ingerenza strumentale dei partiti Sempre a fianco di chi lotta per la Costituzione

L’A.N.P.I. ha il dovere di schierarsi:

  • contro la violenza, ma ciò non significa confondere aggressori e aggrediti, e soprattutto non significa cadere nella trappola della solidarietà strumentale agli aggressori e alla loro corte;
  • contro la militarizzazione del territorio della Val Susa e i metodi autoritari, violenti e intimidatori impiegati dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine per reprimere il legittimo dissenso dei valsusini, mediante la sospensione della democrazia e dei diritti sanciti nella Costituzione;
  • contro le scelte e le posizioni autoritarie e violente di chi sostiene la repressione dei movimenti antifascisti in lotta per i diritti civili e sociali, definendoli "eversivi" e "terroristi", per proseguire a garantire privilegi e profitti ai potenti. Ci opporremo sempre a tutti coloro che - spesso appartenenti al PD - vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in una costola del loro partito, strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e incostituzionali del proprio partito.

Non tollereremo più alcuna ingerenza da parte delle forze politiche nei confronti dell’A.N.P.I., men che meno da chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle scelte politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e strumentale attuato all’interno della nostra Associazione. Noi dell'A.N.P.I. rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta realizzazione di una società altra e possibile.

 

Direttivo Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto – Chianocco (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza Lingotto (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)

 

 

DOCUMENTO INTEGRALE A.N.P.I.

 

L’A.N.P.I. contro la violenza, l’autoritarismo e l’ingerenza strumentale dei partiti Sempre a fianco di chi lotta per la Costituzione

 

“Un nuovo fascismo strisciante e insieme sfacciato è stato sdoganato in Italia dai troppi silenzi, dai troppi interessi particolari che hanno accecato chi in Parlamento avrebbe dovuto erigere una diga invalicabile alla svendita della nostra democrazia al potere del denaro e del mezzo televisivo con il quale si ottiene questo consenso ottuso. Oggi come allora questa nuova dittatura morbida ci impone di sentirci più che mai uniti, più che mai arrabbiati e decisi a vincere ancora, uomini e donne, vecchi e giovani, strappando la maschera a tutti coloro che sognano di farci ridiventare sudditi e non più cittadini, così come abbiamo affermato nella nostra Costituzione repubblicana. Lottiamo insieme contro questa mostruosa connivenza, combattiamo l'opportunismo e la resa, ritrovando la nostra capacità di agire con ogni mezzo, in nome dei tanti nostri caduti, portando avanti il loro e il nostro ideale di giustizia e libertà." [Teresa Mattei, Partigiana e Costituente]

 

“L’ANPI ha lo scopo di: battersi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni; concorrere alla piena attuazione nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli; dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione”. [Statuto Nazionale ANPI, art. 2, lettere i, l, m]

 

Compagne e compagni,

È ormai evidente che l'A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Ente Morale dal 1945, deve resistere non solo dagli attacchi esterni dei suoi nemici storici, ma anche dagli attacchi interni della sua componente conservatrice e governativa. Il rischio consiste nel diventare sempre più ostaggio - cioè strumento - nelle mani di coloro, spesso appartenenti al PD, che vorrebbero criminalizzare e spazzare via chiunque non la pensi come loro, una provocazione inaccettabile, di natura politico-repressiva, che ripropone il modus operandi della dolorosa esperienza storica cui ha posto fine la Resistenza delle donne e degli uomini che nel 1943-1945 scelsero di unirsi ed organizzarsi per lottare e costruire un futuro migliore.

 

Vogliamo essere chiari e diretti: se alcune forze politiche o loro componenti hanno intenzione di “militarizzare” l'A.N.P.I. con i propri soldati della politica, così come altri soldati hanno militarizzato la Val di Susa, sappiano che ci opporremo sempre a tutti coloro che vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in una costola della loro forza politica di riferimento, magari strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e incostituzionali del proprio partito.

 

La misura è ormai colma. Noi non tollereremo più alcuna ingerenza e alcuna strumentalizzazione, da parte delle forze politiche e a qualunque livello, nei confronti della nostra Associazione, men che meno da chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle scelte politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e strumentale attuato all’interno della nostra Associazione: per questo motivo muoveremo una battaglia culturale in ogni sede e in ogni contesto contro le scelte e le posizioni di chi sostiene la repressione dei movimenti antifascisti in lotta per i diritti civili e sociali, definendoli "eversivi" e "terroristi", per proseguire a garantire privilegi e profitti ai potenti.

 

Il Movimento NO TAV non è né terrorista, né eversivo, queste sono le stesse accuse che hanno subìto alcune compagne e compagni della Sezione A.N.P.I. di Bussoleno nell'estate del 2013, un accanimento giudiziario e poliziesco che accusandoli di “eversione” e “terrorismo” ha dato mandato alle forze dell’ordine di sequestrare i loro indumenti con i simboli antifascisti dell’A.N.P.I., inclusi i foulard rossi della 42° Brigata d'Assalto Garibaldi “Walter Fontan”.

 

Adesso basta! L’A.N.P.I. non cadrà nella trappola della "strategia della tensione", progettata e costruita dai poteri forti, per distruggere ogni alternativa al loro dominio e ogni ostacolo al loro desiderio di profitto.

 

Possiamo essere ignorati, derisi, controllati, spiati, repressi, emarginati, arrestati, ma i simboli di vita, libertà, giustizia, fratellanza, pace e dignità che portiamo sui foulard dell'A.N.P.I. e nella militanza quotidiana – anche nel Movimento NO TAV - non possono essere cancellati: perché i simboli della Resistenza antifascista rappresentano un'idea universale che combina memoria del passato, guida del presente e progetto di futuro. Questa è la sintesi della nostra Costituzione: uniti nella diversità, verso obiettivi comuni e sulla base di valori imprescindibili.

 

I mandanti di tale attacco alla libertà personale e associativa stanno tentando di recidere le radici storiche del ribellismo di una vallata che si è sempre opposta ai tanti, troppi colpi del potere costituito contro il suo ecosistema sociale e naturale; una vallata che sa ribellarsi praticando la democrazia diretta, la partecipazione popolare e la lotta nonviolenta; una vallata che si ribella senza contrapporsi alle istituzioni in quanto tali ma includendole nella sua lotta. Coloro che hanno deciso, eseguito e giustificato questa aggressione hanno voluto colpire un punto di riferimento importante per il territorio e la popolazione, un gruppo di persone che lavora per tramandare e rafforzare il legame ideale e materiale che la Val Susa ha con il proprio passato, uomini e donne che insieme e per gli altri hanno scelto di unirsi, organizzarsi e lottare perché credono che solo ricordando e perpetuando questo legame è possibile costruire un futuro migliore.

 

Ci ricordiamo di coloro che definivano “ribelli” e "terroristi" i Partigiani e le Partigiane: erano quegli stessi che riempivano le prigioni, le sale di tortura, i campi di concentramento e i forni crematori con gli oppositori politici e le persone ritenute di razza inferiore, cioè chi in quanto diverso era considerato pericoloso e perciò perseguitato per quello che faceva, quello che pensava e quello che era: un nemico, dunque qualcuno da combattere ed eliminare, cancellandolo dalla storia.

 

Non appartengono al Movimento NO TAV presunti pedinamenti di giornalisti dal dubbio valore civile e morale, o bottiglie con sostanze infiammabili sui pianerottoli di parlamentari che stanno portando la Repubblica alla deriva (economica, civile, morale, istituzionale). È consuetudine ormai addossare ai militanti NO TAV colpe non loro, piuttosto che indagare a fondo sui singoli episodi, riguardanti addirittura persone che tra l’altro, da quanto loro riportato, vivono sotto scorta. Esiste poi una stampa alle dipendenze dei poteri forti che getta continuamente discredito e pratica disinformazione su tutto ciò che riguarda il Movimento NO TAV. Non è forse un caso che l’informazione italiana non sia fra le prime 50 del mondo.

 

Di certo non si preoccupino i compagni e le compagne della Presidenza del Comitato ANPI Provinciale di Torino: se e quando vedremo terrorismo e atti di terrorismo, li denunceremo così come già facciamo da anni contro la macchina militare, diffamatoria e inquisitoria che si muove contro la Valle di Susa e i suoi abitanti.

 

Chi sta promuovendo l'attacco agli antifascisti che nell'A.N.P.I. non si piegano alle ingerenze del PD? Violento è chi pratica violenza quotidiana servendosi delle istituzioni per fini personali, usando il potere derivante da responsabilità pubbliche, elettive e temporanee per il raggiungimento di interessi privati. I violenti sono coloro che usano la violenza - diretta e indiretta, individuale e strutturata - come sistema di relazioni sociali e politiche, calpestando i diritti di tutti.

 

I violenti sono gli stessi che, con ruoli istituzionali e a vari livelli, hanno attaccato la Sezione A.N.P.I. Nizza Lingotto della IX Circoscrizione di Torino, approvando un vergognoso ordine del giorno di matrice revisionista, reazionaria e antipartigiana; che hanno voluto e conducono la militarizzazione della Val di Susa; che comandano le forze dell’ordine autorizzandole ad aprire il fuoco sui migranti che scappano dalla guerra e dalla povertà; che perseguono la secessione di ampie zone dell’Italia dal resto della Repubblica; che approvano leggi contrarie alla Costituzione, come ad esempio quelle che hanno consentito la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia; che decidono i finanziamenti pubblici per le scuole non statali, demolendo il diritto allo studio attraverso la cancellazione progressiva di borse di studio, posti letto per studenti fuori sede, reprimendo i movimenti studenteschi; che compiono la demolizione dei diritti civili e dei lavoratori, che genera precarietà e suscita insicurezza (come l'articolo 18 della Legge 300/70); che continuano la devastazione del paesaggio e la cementificazione, che causano frequenti e disastrose catastrofi ambientali; che pianificano la sistematica subordinazione dei servizi pubblici locali alle logiche del mercato (privatizzazioni, a partire dall'acqua, in aperta violazione della sovranità popolare dei referendum del 12 e 13 giugno 2011); che concedono il riconoscimento da parte della Repubblica ai nazifascisti uccisi sul confine orientale durante la Guerra di Liberazione 1943-1945, definendoli "vittime" e "martiri" con la Legge 92/04; che operano lo stravolgimento dell'articolo 81 della Costituzione, introducendovi l’obbligo del pareggio di bilancio, senza neppure sottoporlo al giudizio sovrano del popolo tramite referendum; che creano i CPT/CIE per immigrati, moderne forme di campi di concentramento dove si viene rinchiusi a causa di ciò che si è anziché per le proprie azioni; che reprimono e criminalizzano ogni lotta sociale e ogni movimento spontaneo di rivendicazione dei diritti e della dignità umana, come i comitati per l’emergenza sfratti e il diritto all’abitare; che impoveriscono la cultura e la formazione dei cittadini, strumento di pace, in favore delle spese militari e dei mezzi di guerra; che svuotano le istituzioni repubblicane del loro ruolo e delle loro funzioni di presidio costituzionale in favore degli interessi delle banche e dei grandi gruppi di potere finanziario; che impongono leggi elettorali aberranti e incostituzionali che falsano la proporzionalità del risultato del voto popolare, utilizzando distorsioni quali l'impedimento ad esprimere preferenze, premi di maggioranza e soglie di sbarramento sempre più alte.

 

I violenti sono gli stessi che in questi anni - nelle forze politiche di maggioranza e all’opposizione, nei consigli di amministrazione della banche e delle industrie pubbliche e private, nei salotti e nei clubs - stanno portando a termine il progetto piduista di indebolimento e distruzione della Costituzione, ultimo baluardo di difesa contro la deriva autoritaria e la repressione politica organizzata su scala di massa.

 

I violenti sono gli stessi che vorrebbero trasformare la nostra Repubblica da parlamentare a presidenziale, eseguendo a livello nazionale gli ordini dei finanzieri internazionali (come auspicato dalla J.P. Morgan), attaccando la Costituzione mediante lo svuotamento del suo contenuto e cancellando oltre un secolo di conquiste del movimento dei lavoratori e di lotte popolari contro l'oppressione.

 

I violenti sono gli stessi che cancellano la democrazia dai luoghi di lavoro con l’esclusione della rappresentanza dei lavoratori costituzionalmente disciplinata, accettando solo quelle organizzazioni sindacali che si piegano all’arroganza e alla prepotenza del potere economico e finanziario, emarginando ancora una volta chi non è concorde e chiede il concreto rispetto della Costituzione.

 

I violenti sono gli stessi che negano la presenza in Valle Susa delle organizzazioni criminali di stampo mafioso (Bardonecchia primo comune del nord Italia commissariato per mafia nel 1995) e il legame tra queste ed alcune aziende coinvolte nella questione TAV.

 

È ora di riconoscere la violenza e di porvi fine, organizzando la controffensiva contro quanti vorranno proseguire a garantire i privilegi di pochi ai danni del bene comune, contro quanti continuano a mascherare la lotta per la democrazia e i diritti costituzionali di tanti comitati cittadini dietro le accuse di “eversione” e “terrorismo”. Noi consideriamo eversione e terrorismo affrontare il conflitto sociale - di cui la Costituzione è garante, regolatrice e risolutrice - come una questione di ordine pubblico, per sostituire il dialogo e il confronto con il manganello in casa e la guerra imperialista all’estero; far assurgere il razzismo a principio del proprio agire politico e istituzionale, o sostenere in qualsiasi modo organizzazioni neofasciste come Casapound e Forza Nuova; allontanare sempre più dalla pensione intere generazioni di lavoratori e gettare nella disoccupazione e nella mala-occupazione milioni di persone con la semplice firma di una legge o la non firma di un contratto, schiacciando un pulsante da uno scranno in Parlamento o dalla tastiera di un ufficio di consulenza, determinando macelleria sociale e aizzando la guerra tra poveri.

 

Non sono forse queste le autentiche eversioni, l’autentico terrorismo, la vera violenza? Non sono forse loro gli eversori e i terroristi, coloro che sono volontariamente colpevoli dell’impoverimento, istupidimento, divisione e sottomissione dei cittadini sempre più preoccupati, confusi e spaventati? Per queste ragioni, compagne e compagni della Val di Susa, siamo con voi e con il vostro percorso di lotta civile, culturale e nonviolenta.

 

Siamo convinti che quella attuale sia una fase reazionaria in sviluppo costante: il Governo e la maggioranza del Parlamento, con il silenzio del Presidente della Repubblica, si apprestano a irreggimentare e ostacolare il diritto dei cittadini ad organizzarsi in associazioni, movimenti e collettivi di protesta. Seguirà inevitabilmente l’estensione e l'inasprimento del controllo e della repressione verso tutti i soggetti antifascisti oggi attivi in Italia - movimenti per l’acqua bene comune, movimenti studenteschi e gruppi di lavoratori in lotta, organizzazioni sindacali e di partito che si ispirano ai valori della Resistenza, ong militanti, comitati locali, Movimenti NO TAV, NO MUOS, NO DAL MOLIN, NO F35, parrocchie, collettivi, centri sociali, associazioni di volontariato, ecc.

 

Siamo di fronte, già oggi, all’aggressione violenta ad ogni opposizione sociale e alla criminalizzazione di ogni dissenso.

 

L'A.N.P.I. non può sostenere in alcun modo e con nessuna sfumatura queste posizioni, anzi, deve attrezzarsi, aggiornarsi e organizzarsi per contrastarle, nel pieno rispetto dello Statuto nazionale.

 

Nella campagna di mobilitazione in difesa della Resistenza e della Costituzione, è naturale che l’A.N.P.I. stringa e rinnovi alleanza con tutti i soggetti antifascisti e in lotta per i diritti costituzionali e sociali, incluso il Movimento NO TAV, come già indicato anche dal Partigiano Don Andrea Gallo.

 

Perciò, oggi più che mai tutti questi soggetti antifascisti devono lavorare insieme per unire le proprie forze, sia per coordinarsi e acquisire nuova consapevolezza come “continente” e non più “arcipelago”, sia per moltiplicare le esperienze e sia per fornire ai propri militanti una più ampia e profonda interpretazione della realtà dei fatti: realtà oggi nascosta, manipolata e deformata dai mezzi di comunicazione in funzione degli interessi dei mandanti, anziché del popolo sovrano. Oggi più che mai, è necessario ampliare il fronte di mobilitazione, unica possibilità di aumentare la partecipazione dei cittadini alle lotte esistenti sui nostri territori: è una questione di libertà e di democrazia.

 

A questo fine, anche all'interno dell'A.N.P.I., dobbiamo sviluppare una "coscienza di rete", per maturare la militanza antifascista come un percorso di formazione permanente nella lotta: bisogna coinvolgere attivamente più cittadini possibili per riconquistare i diritti perduti in questi anni di restaurazione autoritaria della vita collettiva, fondata sulla trasformazione dei cittadini in sudditi consumatori, silenziosi e inconsapevoli perpetuatori delle logiche del mercato, anche in violazione dei diritti fondamentali degli esseri umani e senza alcuna cura dell'equilibrio naturale dell'ecosistema Terra, a cui il Club di Roma guidato da Aurelio Peccei, intellettuale antifascista torinese che subì le torture nel famigerato carcere di via Asti, aveva già messo in guardia il mondo nel 1968 con gli studi pubblicati nel libro "I limiti della crescita" e che oggi si stanno inesorabilmente realizzando.

 

Siamo in emergenza economica, sociale, culturale, ambientale e civile: ogni ambito della nostra esistenza - materiale e spirituale, personale e territoriale, lavorativo e familiare, individuale e collettivo - è attraversato e permeato dalle contraddizioni dell’incertezza e dall’insicurezza: ecco perché il degrado morale e intellettuale dilaga ed è in aumento la diffidenza e l’allontanamento dalla politica e dalle istituzioni.

 

È tempo di abbandonare ogni ambiguità e reticenza, inaugurando una nuova stagione di lotta antifascista senza collusioni con i portavoce del potere e i responsabili del disastro economico, culturale, sociale e politico in cui versa la Repubblica.

 

È giunta l'ora di schierarsi e di parteggiare per la libertà, la Costituzione, la democrazia, per riconquistare la sovranità popolare.

 

La riscossa del nostro popolo sarà possibile solo mediante la scoperta, la difesa e la riappropriazione dei beni comuni, praticando una nuova resistenza nonviolenta che tragga linfa vitale dalla memoria della Guerra di Liberazione dal nazifascismo e dall'impegno militante antifascista nei presidi sui territori e nella comunità che già stanno combattendo.

 

Noi dell'A.N.P.I. rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta realizzazione di una società altra e possibile.

 

Chi semina terrore e violenza, raccoglie dissenso e rivolta.

 

Abbiamo l’arma più potente dalla nostra parte, la Costituzione antifascista: deve ancora essere attuata, usiamola, rendiamola fatto compiuto; non permettiamo ai comitati d'affari che siedono in Parlamento – e per effetto cascata, nei nostri territori periferici - di portarcela via eseguendo gli ordini di chi vorrebbe il ritorno dell’autoritarismo e della dittatura al potere in tutta l'Europa.

 

Noi siamo per lottare uniti nel rispetto delle reciproche diversità. Abbiamo da guadagnarci tutto un mondo.

 

 

Fraterni saluti, un abbraccio caloroso!

 

Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica!

 

Firmato:

 

Direttivo Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto – Chianocco (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza Lingotto (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)

 

gio

05

dic

2013

8 dicembre 1943 – 8 dicembre 2013 – 70 anni da quel Giuramento

 

Tre giorni per ricordare il Giuramento della Garda dell'8 dicembre 1943.

Il Comune di San Giorio, il Comitato Colle del Lys e l’A.N.P.I. hanno deciso di organizzare una tre giorni dedicata allo storico compleanno.

 

Venerdì 6 dicembre, alle 21 presso la sala consiliare ci sarà la conferenza /dibattito sul tema “Cattolici e Resistenza nella Valle di Susa”: intervengono Piero Del Vecchio, direttore Rivista Segusium, Bartolo Gariglio, docente di Storia contemporanea e Ugo Berga, partigiano testimone diretto di quel Giuramento. 

 

Sabato 7 dicembre presso il Salone Polivalente di via Carlo Carli a San Giorio di Susa alle 21 la serata “Ecco la gloriosa intrepida 106°…” con canti, suoni, immagini, arazzi, scritti e testimonianze. Partecipano la Società Filarmonica “Concordia” di San Giorio, la Corale Gruppo Folkloristico di San Giorio, l’associazione Ricamo Bandera di San Giorio e gli alunni delle scuole dell’obbligo di San Giorio. 

 

Domenica 8 dicembre la salita alla Garda. Il programma della giornata prevede alle 10 il ritrovo in piazza Giordano Velino a San Giorio, con salita al Parco della Memoria in frazione Garda dove alle ore 10,30 è prevista la commemorazione con l’alza bandiera, il saluto di Danilo Bar, sindaco di San Giorio, e l’orazione ufficiale tenuta dallo storico Gianni Oliva. Seguirà alle 13 l’incontro conviviale presso il ristorante “La Balma” e nel menù ci saranno gli gnocchi di mamma Carli come quell’8 dicembre 1943.

 

Le prenotazioni si ricevono presso:

 

Comitato Resistenza Colle del Lys: 011-9532286

Danilo Bar: 328-2886136

Massimo Bachetti: 333-7570853

Ristorante La Balma: 0122-49617

 

In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà in piazza Cinque Martiri e/o presso il Centro Polivalente di San Giorio.

 

Seguire le manifestazioni per l'anniversario del Giuramento della Garda, quest'anno più che mai, è importantissimo, poiché oggi come allora sono in ballo il futuro nostro e quello delle generazioni a venire. Così come fecero nel '43 i giovani di allora, occorre fare noi adesso. Scegliere di non delegare più, ma agire in prima persona per difendere quei valori, oggi più che mai attuali, e la nostra vita che qualcuno vorrebbe sottomettere ai propri interessi di portafoglio e di partito. 

Scacciamo quel perbenismo di facciata che dilaga nel paese, che spesso si fregia delle parole degli antifascisti, ma protegge di fatto i fascisti, se non ne utilizza adirittura i metodi. Questi, cacciamoli dalle università e dalle scuole pubbliche. Impediamo loro di farsi proteggere dalle istituzioni a discapito di giovani che li fronteggianoe che in cambio subiscono arresti e repressione.

Difendiamo i beni comuni, i territori, la scuola e l'acqua pubblica.

 

Mobilitiamoci, interveniamo e non deleghiamo nessuno al posto nostro!!!

 

...Proprio come 70 anni fa fecero i nostri partigiani.

 

 

 

“...Una cerimonia in stile militare, una messa al campo celebrata da Don Foglia con “chierichetto” Bruno Vota, i partigiani, in armi, schierati, il picchetto d’onore con il tricolore (con, ancora, lo stemma sabaudo). Così, prima di sciogliere le bande in vista dell’arrivo dell’inverno e in previsione dei rastrellamenti annunciati dai tedeschi, l’8 dicembre 1943, in località Garda a San Giorio di Susa, i principali organizzatori della resistenza della Valle prestarono solenne giuramento di combattere con tutte le loro forze contro l’occupatore straniero. Il Giuramento della Garda sarebbe diventato una pietra miliare, un impegno preciso sulla via della Liberazione e nella costruzione della Carta Costituzionale...”

 

Formalmente la Resistenza in valle di Susa cominciò l’8 dicembre 1943 con il giuramento della Garda. In questa occasione i primi partigiani valsusini giurarono in modo ufficiale di combattere per la libertà contro il nazi-fascismo anche a costo della propria vita. 

L’8 dicembre 1943 la notizia dell’armistizio gettò lo scompiglio nelle truppe stanziate lungo il confine italo-francese. Queste, scendendo a valle si sbarazzavano degli abiti militari e venivano riforniti di abiti civili dagli abitanti della val Susa. Nelle caserme di San Didero, Bruzolo, Bussoleno e Foresto vennero prelevate molte armi e messe al sicuro dagli antifascisti locali. In questi primi giorni fu il caos di bande che si formavano e si scioglievano e soltanto alla fine di settembre, quando giunsero in valle Carlo Carli, Walter Fontan, Felice Cima e Marcello Albertazzi, si formarono le prime bande organizzate verso un’attività immediata e senza sosta per rendere la vita impossibile a tedeschi e fascisti.

 

Cominciò un’intensa attività “guerrigliera”. Dal 10 settembre, più volte, fu reciso il cavo telegrafico tedesco. A metà settembre la centrale elettrica di Chiomonte fu sabotata. Il 19 e 20 settembre, quattro montanti di un palo a traliccio ad alta tensione furono abbattuti interrompendo il traffico stradale per un’intera giornata presso San Giorio. Durante tutto il mese di novembre vennero fatti saltare i binari ferroviari a Bruzolo, Borgone, Condove e Sant’Ambrogio. Già alla fine di ottobre la valle di Susa era considerata zona pericolosa per i tedeschi, che avevano apposto il cartello “Achtung! Banden Ghefar Waffen Shuzbereit Haltne!” sul ponte della Perosa ad Alpignano.

 

Potremmo continuare per molto a dettagliare operazione per operazione ma basti sapere che era un continuo fermento. L’importanza strategica della valle di Susa era dovuta principalmente alla sua posizione di confine e dalla linea ferroviaria Torino-Modane (guarda un po’ che analogie con l’attualità e il tav!). Primario era impedire al nemico l’uso della linea ferroviaria. Infatti, la più grande azione di sabotaggio di tutta Europa coinvolse proprio quella linea ferroviaria e il viadotto dell’Arnodera, scelto con molta cura dai partigiani.

 

L’esplosivo fu trasportato su un carro agricolo da Villardora a Mompantero. Quaranta chilometri di paura e di zigzag tra pattuglie e posti di blocco con otto quintali di esplosivo già innescato. All’una del 29 dicembre 1943 il ponte dell’Arnodera saltò in aria e il pilastro centrale venne letteralmente polverizzato. Per circa tre mesi tutto il traffico internazionale dei tedeschi fu interrotto. I quattro partigiani che fecero l’impresa sono don Francesco Foglia (don Dinamite), l’ingegner Sergio Bellone, “Remo” e “Vittorio” oltre ai tanti senza nome che l’hanno resa possibile. Non va dimenticato neanche il sabotaggio al ponte della Perosa, tra le stazioni di Rosta e Alpignano, che i tedeschi dovettero demolire e ricostruire per poter rimettere in sesto la linea ferroviaria.

 

Il primo inverno partigiano fu molto duro, sia per il freddo sia per i nazi-fascisti che facevano grandi rastrellamenti e in pochi mesi molti dei migliori capi partigiani furono uccisi (per esempio, Walter Fontan e Carlo Carli). Alcune bande si sciolsero e solo nei mesi di marzo e aprile le formazioni ricominciarono a ricostituirsi velocemente.

 

A primavera inoltrata la dislocazione delle bande era la seguente: nel vallone del Lys si era costituita la prima unità garibaldina della valle, la 17esima brigata “Felice Cima” comandata da Alessio Maffiodo; da Mocchie e Foresto operava la 42esima brigata Garibaldi “Walter Fontan” e da Foresto al Moncenisio, la formazione “Giustizia e libertà”. Sull’Inverso c’erano la 41esima brigata Garibaldi “Carlo Carli” da Sant’Ambrogio a Sant’Antonino e il distaccamento “Giordano Velino” della 42esima sui monti tra San Giorio e Bussoleno.

 

Nel periodo che va dalla primavera all’estate 1944, si attraversò una fase prettamente organizzativa. Nell’estate ‘44 l’attività dei partigiani si fece sempre più intensa, incalzante e soprattutto efficace. Fu per esempio attaccato il presidio nazi-fascista di Avigliana, che però non ottenne i risultati voluti. Risultati più soddisfacenti li ottennero i partigiani della 42esima durante l’attacco al presidio nazifascista di Bussoleno. L’obiettivo era quello di occupare il paese ma, in seguito a un ordine del comando generale, si tramutò in quello di infliggere più perdite possibile al nemico. L’ira nemica si tramutò in una nuova ondata di rastrellamenti e di rappresaglia anche sulla popolazione civile. Paesi incendiati, vittime e deportati. Durante uno di questi rastrellamenti, l’8 luglio 1944, le forze nazifasciste tentarono di accerchiare i partigiani sulla montagna di Chianocco ed ebbero una delle più grandi sconfitte locali. La battaglia di Balmafol entrò così di diritto nella storia. Una battaglia in cui i partigiani meno armati e meno organizzati stroncarono le forze nemiche facendo rotolare sui fascisti a valle enormi massi. Questo costrinse i nazifascisti a uscire allo scoperto e molti di loro furono uccisi dalle armi partigiane.

 

Con lo sbarco alleato in Provenza, il 15 agosto 1944, i partigiani credettero che la fine della guerra fosse alle porte. Invece dovettero affrontare un altro duro inverno in montagna. All’ordine del comando generale di sciogliere le bande per passare l’inverno in pianura, in molti si rifiutano e continuano con piccole azioni e soprattutto come punto di riferimento per i vari sbandati che giravano per la valle. Dopo un rastrellamento tra i ferrovieri, da agosto 1944 fino a fine novembre tutti i ferrovieri di Bussoleno (grazie alla forte organizzazione di una cellula del partito comunista) scioperarono. Per mesi, tutto fu bloccato perché i nazi-fascisti non erano in grado di sopperire all’importante manodopera. Alla fine, perché l’attività ferroviaria riprendesse, promisero che non ci sarebbero state rappresaglie. E così fu.

 

Con il ritorno della primavera le bande si ritrovarono con un maggior numero di uomini rispetto alla primavera precedente. Anche nell’alta valle, che fino all’inverno era rimasta quasi estranea, comincia a organizzarsi. Molte furono le operazioni partigiane per evitare i sabotaggi dei nemici ormai in fuga, con gli alleati in arrivo da sud. Il comando partigiano di zona si era stabilito a Vinovo. Qui ricevette il famoso ordine: “Aldo dice 26 X1. Stop. Applicate piano E27. Stop”. Era la sera del 25 aprile 1945. Dall’una del giorno 26 aprile, le formazioni della valle di Susa avrebbero dovuto iniziare la liberazione in valle con alcune squadre invece distaccate a Torino. L’ordine era: attaccate il nemico ovunque e senza tregua. Le formazioni restarono a Torino fino ai primi di maggio, parteciparono alla sfilata del 6 maggio e nei giorni successivi iniziarono la smobilitazione.

 

Abbiamo attinto tutte queste notizie dal libro “La Resistenza in Val Susa”, scritto da Maria Luisa Borgis, e concludiamo con l’ ultimo capoverso del libro: “L’ eredità più importante della resistenza non è costituita dal numero di battaglie vinte o perdute, ma se ne devono considerare i molteplici aspetti, quali ad esempio, la maturità raggiunta da molti giovani durante la guerra partigiana, che fu innanzitutto scuola di carattere, e il contributo dato dalla popolazione. Malgrado le continue e violente rappresaglie, le misere condizioni di vita, i valligiani non esitarono a fornire la loro collaborazione al movimento di resistenza e, benché l’ Alta Valle si sia mossa solo più tardi, si può affermare che vi fu la partecipazione popolare alla lotta di liberazione."

 
 

sab

21

set

2013

Comunicato Stampa su Pubblicazione neofascista di Massimo Numa, cronista de La Stampa di Torino

Bussoleno, 20 settembre 2013

 

La sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" di Bussoleno-Foresto-Chianocco, letto il comunicato, la recensione e con profondo disgusto anche la pubblicazione "La stagione del sangue" scritta dal giornalista de La Stampa, Massimo Numa, aderisce completamente a quanto riportato dal comunicato delle sezioni A.N.P.I. di Grugliasco, Nizza Lingotto e Chivasso. 

 

Questa sezione ritiene tale vergognosa pubblicazione offensiva della Resistenza, dei Partigiani e dei democratici tutti. Non vi è dubbio si tratti di uno scritto misero di contenuti, di valori e di contenuti storici. Ovvero semplice fango a discredito di chi, mettendo in gioco la propria vita e la propria libertà si prodigò per combattere il nazifascismo.

 

Si spiega così anche il livore del Numa verso gli iscritti di questa sezione e più in genere verso ogni protagonista delle lotte sociali. Per i primi ha già dato mandato ai legali di tutelare i propri iscritti nelle sedi opportune.

 

Auspica che altre realtà antifasciste e democratiche prendano posizione su questa pubblicazione, seppur datata da tempo, tempo che non ha lavato il fango da essa sparso.

 

Si unisce al coro di chi chiede la rimozione del Numa dalla redazione della cronaca di Torino, città medaglia d'oro della Resistenza.

 

Ribadisce che non potranno essere né revisionisti, né fascisti, tanto meno storici improvvisati e sciatti ad infangare i Resistenti tutti, i Partigiani, l'A.N.P.I. e le sue sezioni e più in genere tutti gli antifascisti, di qualunque provenienza essi siano.

 

Fuori i revisionisti, i reazionari e i fascisti dalle redazioni, dalle città e dalle nostre vie. Nessuno spazio per loro!

 

Ora e sempre Resistenza!

 

 

A.N.P.I. Sez. "G. Peirolo - F. Ferrario" di Bussoleno-Foresto-Chianocco

 

Scarica e leggi la recensione del libro...

 

RECENSIONE LIBRO NEOFASCISTA NUMA
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dom

28

apr

2013

I martiri della Clarea

Nonostante la pioggia e il brutto tempo, circa un’ottantina di persone si sono date appuntamento questo pomeriggio al “Campo della Memoria”, nei pressi della baita Clarea, per ricordare la 115° Brigata garibaldi “Bruno Peirolo”, di stanza in Clarea tra il ’44 e il ’45 e lo studente chiomontino Ezio Remolif trucidato dai tedeschi alla Maddalena il 27 aprile 1945.

 

In ricordo degli avvenimenti del ‘45 sono state poste due targhe frutto del lavoro di alcuni scultori alto-valsusini e, grazie alla ricostruzione e al lavoro di recupero storico portato avanti dal comitato no tav Alta Valle di Susa, i presenti hanno potuto conoscere i fatti legati alla Resistenza partigiana portata avanti in quei luoghi.

Dopo il pranzo condiviso presso la baita di lamiera, sempre più accogliente ed utile a monitorare lo spreco del cantiere, la cerimonia di inaugurazione delle targhe è stata preceduta da un applauditissimo spettacolo teatrale a cura di Artemuda. Gli ormai noti Black Orso e Block Cornelia hanno ben descritto il ridicolo del progetto della Stazione Internazionale di Susa e hanno ben raccontato i fatti che hanno segnato quei luoghi nei non lontani anni della guerra di Liberazione. A seguire i canti partigiani hanno scaldato la umida conca del Clarea, indirizzando un messaggio chiaro ed udibile alle truppe d’occupazione a pochi metri di distanza, ansiose nel seguire i movimenti dei presenti.

All’evento ha partecipato la sezione A.N.P.I. di Bussoleno-Foresto-Chianocco, esponendo la bandiera di quella Brigata, la 42° Garibaldi “Walter Fontan” che ha calcato i sentieri di quelle montagne e che già in molte occasioni recenti ha accompagnato le più varie iniziative di lotta in quei luoghi. La sezione ha voluto ribadire ancora una volta la necessità di essere coerenti con quei valori e quegli ideali per i quali molti giovani Partigiani hanno dato la vita. Gli stessi ideali che si possono ritrovare nel Movimento No Tav, che ha deciso di combattere (e non di solo denunciare) un sopruso di stampo tipicamente fascista sulla valle e sulla gente, e che descrive un quadro emergenziale che si compone di tanti piccoli episodi di gestione delle proteste diffusi su tutto il territorio nazionale, risolti di fatto quotidianamente con la repressione violenta del dissenso da parte dello Stato. Erano presenti anche diversi studenti valsusini che hanno espresso preoccupazione rispetto alla situazione attuale dell’istruzione e sdegno verso gli episodi dell’azione nazifascista che, in quel luogo, appena 70 anni fa, hanno causato la morte di un giovane studente come loro, Ezio Remolif, ribadendo il concetto che vuole nell’essere antifascisti un modo attento di costruire il futuro di tutti, un modo che in Valle di Susa passa per forza dalla Val Clarea.

 

ven

26

apr

2013

24-25 Aprile [Video]

I festeggiamenti del 25 aprile si sono aperti con la tradizionale fiaccolata di valle, organizzata dalla Comunità montana, da Chiusa San Michele a Vaie. Abbiamo partecipato con le bandiere della nostra sezione al corteo e siamo contenti che quest'anno la partecipazione sia stata alta e convinta. Una cerimonia semplice ma sentita e profonda, dove ai fronzoli si è preferita la sostanza come hanno dimostrato anche gli interventi dal palco degli amministratori presenti. Questi ultimi hanno sottolineato le difficoltà economiche in cui versano gli enti locali (che non possono più permettersi di sostenere i servizi essenziali per i cittadini) e l'importanza dell'antifascismo e dell'Anpi in un periodo in cui la crisi di valori pare essere più profonda di quella economica.

Ricordiamo a chi non c'era, per scelta o per opportunità, che gli assenti hanno sempre torto.



Veniamo al nostro 25 aprile. Lasciando da parte la cronaca spicciola della giornata, ci limitiamo a dire che erano anni che non si sentiva una partecipazione così sentita e "vera" alla manifestazione.Un ringraziamento particolare va a Mauro Russo, sindaco di Chianocco, che ha voluto concedere la cittadinanza onoraria a tutti i partigiani ancora viventi della 42esima e della 106esima Brigata Garibaldi, che hanno operato durante la Resistenza anche sul territorio chianocchino. E' stato un momento alto e commovente e, ancora una volta, come sempre, abbiamo potuto imparare dai nostri "vecchi" nuovi sentieri e nuovi passi verso un futuro migliore. La loro emozione è stata la nostra e sappiamo che ancora molto dovremo camminare per arrivare a star loro dietro in questo cammino che è la vita, l'impegno, il sacrificio.

La passione di Franco Giribaldi, la consistenza di Ugo Berga, la tenacia di Elso Suppo, l'emozione di Mario Solara, la naturalezza di Elsano Borgis e poi ancora, perché scrivere tutto non è possibile. A loro tutti, diciamo grazie. Se siamo qui (e siamo così) è solo merito vostro e di tutti i compagni che non sono più qui con il corpo ma vivono in noi nello spirito.



Un altro ringraziamento sentito va alla prof Paola Olivero per il lavoro svolto con le sue alunne sull'attualizzazione della Resistenza e averlo voluto condividere con noi in piazza a Bussoleno, rendendo il momento ancor più solenne. Un'attualizzazione che non è scontata e su cui ogni giorno cerchiamo, come sezione, di lavorare anche con difficoltà. E un pensiero, in tal senso, va ai compagni della sezione Nizza-Lingotto che hanno deciso di festeggiare, pur osteggiati, il 25 aprile tra i rifugiati dell'ex Moi a Torino.



La conclusione è stata leggera, tra diverse generazioni, compagni e compagne, valsusini e ospiti graditi. Una festa che ricordiamo con piacere, tra le parole - come sempre opportune - del sindaco di San Giorio, Danilo Bar, e le note della banda musicale sangioriese che ci ha sorpreso con le sonorità di quella Resistenza che, solo per chi è cieco, è lontana 80 anni.

Ora e sempre Resistenza.




gio

25

apr

2013

Orazione del 25 Aprile 2013

Innanzitutto desidero porgere un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti ed anche a coloro che per vari motivi avrebbero voluto essere con noi oggi per le celebrazioni di questo 68° 25 Aprile ma non hanno potuto.

Celebrare oggi l’anniversario della Liberazione assume un significato particolarmente profondo ed importante che deve essere bagaglio di ciascuno di noi, tutti i giorni. D’altronde sarebbe troppo riduttivo limitarsi semplicemente ad un mesto ricordo e alla pur giusta posa degli omaggi floreali a martiri della Resistenza.

Proprio oggi sono loro che invocano a gran voce la nostra attenzione e la nostra militanza antifascista, proprio in un momento in cui poche sono le certezze occorre tenere la barra dritta e la testa alta. Proprio ora è necessario non limitarsi alle cerimonie ma essere davvero militanti antifascisti. Proprio ora occorre essere coerenti con i principi e i valori cui si ispirarono i giovani della Resistenza.

Antifascismo e coerenza, due valori che devono davvero andare di pari passo, poiché uno non può essere senza l’altro. La coerenza deve essere il valore che ci guida sempre nell’applicazione dell’antifascismo, deve farlo tutti i giorni senza compromessi, senza tentennamenti. La fase revisionista, e il sudiciume del fascismo si fa sotto tutti i giorni, sotto aspetti diversi e con modalità differenti ed e proprio lì che dobbiamo applicarci di più. La pratica della militanza, del pattugliamento della Costituzione dev’essere pratica quotidiana, supportata anche da azioni quotidiane.

Altrimenti  succede ciò che accadde pochi giorni or sono, ovvero che a Torino, la IX circoscrizione, pari ad un grosso comune della valle, come abitanti almeno, impedisca con un vergognoso ordine del giorno che sia L’ANPI del quartiere Nizza Lingotto ad organizzare le celebrazioni di questa giornata. Adducendo menzogne e falsità, ed esempio che i partigiani combatterono per instaurare il comunismo di Stalin, non per liberare l’Italia dal giuoco nazifascista. Altrimenti può accadere di ritrovarsi i giovani nazifascisti a comizio dentro scuola o l’università pubblica, quelle si presidio di democrazia, con spesso l’avvallo della politica e di quelle istituzioni che invece dovrebbero perseguirli.

Ed allora succede che qualcuno si frapponga a tutto ciò, succede di non tollerare più questo scempio e queste derive, ci si schiera, ci si frappone appunto. E cosa succede? Succede che a pagare sono sempre gli antifascisti, mentre la controparte gongola assolutamente indisturbata, tranquilla, di fatto legittimata. La società cosiddetta civile prende le distanze, si volta altrove, non vede, o meglio non vuole vedere, ed allora abbandona chi dovrebbe aiutare, chi dovrebbe sostenere.

Non possiamo, proprio per la coerenza di cui prima, tollerare oltre tutto questo, dobbiamo smetterla di pensare che, vabbè sono solo episodi isolati, casi singoli, ma di fatto ricordiamoci che tanti piccoli episodi isolati, tutti insieme descrivono un'emergenza che oggi è tutt’altro che lontana e di fronte alla quale non possiamo più chiudere gli occhi.

La politica ormai sempre più sorda, lontana dai cittadini, dal popolo, vive un’Italia diversa da quella che tutti noi conosciamo. Fatta da un lavoro che non c’è, dall’insicurezza dell’arrivare sino a fine mese, sino al giorno seguente. Alcuni di loro, L'abbiamo visto in televisione, di fronte ad una nazione che protesta, che s'indigna, si chiedono addirittura “ma che voglio questi?” senza rendersi conto che la misura è colma e che i cittadini vogliono riprendersi i loro diritti. Dicevo, non se ne rendono conto, sono slegati dal paese reale e non si vergognano neppure un attimo, un secondo. Una classe politica che promette e non mantiene, che si erge a paladina della democrazia e della legalità, ma quale legalità? Quella degli indagati per concussione, per corruzione, per associazione a delinquere, per associazione esterna alla mafia? Quella legalità?

Anche per questi motivi oggi non può bastare avere la tessera dell’ANPI in tasca per essere antifascisti, oggi occorre che tutti noi diveniamo custodi, veri, reali, di quei valori per cui una generazione intera combatté, si sacrifico, perse la vita. A quei valori, se ne sono aggiunti altri, con toni diversi, e sono la difesa dei beni comuni, dei territori, delle libertà personali, riguardino esse cittadini italiani o stranieri ospiti del nostro paese.

Spesso sentiamo dire che non c’è più il fascismo, che i tempi sono cambiati, che il periodo storico, culturale e politico è diverso, e che non c'è più bisogno dell'ANPI.

Balle!

Oggi più che mai ne abbiamo bisogno, di un ANPI, vero, attento ed attivo e di tutte le sue componenti, con suoi principi.

Attualizzare oggi quei valori diventa fondamentale ed irrinunciabile. Ribadire la propria libertà, i propri diritti e quelli degli altri andando oltre i luoghi comuni, le difficoltà, le vessazioni significa in qualche modo avere già fatto proprio l’insegnamento scaturito dalla Resistenza antifascista. Spesso le scelte consapevoli ci portano ad attirarci addosso ingiurie e falsità, chi trova la forza per andare oltre a tutto questo, in qualche modo, ha già vinto la propria battaglia e sta già costruendo un pezzo nuovo di futuro.

Lo dobbiamo a chi non c'è più, a loro, a mio padre, a Giovanni, a Ernestina, a Maurizio, a Francesco ed anche a Mario e a Ugo che da sempre ci insegnano e ci spronano, ma lo dobbiamo innanzitutto a loro, ai bambini di oggi e a quelli che invece dovranno ancora venire, perché a loro nulla è ancora garantito. Perché domani non abbiano a dirci "...ma voi, dove eravate?"

Termino e vi saluto con le parole di Giuseppe Dossetti, partigiano, sacerdote e che per un non nulla non furono scritte nell'articolo N.3 della costituzione: La resistenza, individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino.

 

Cerchiamo di resistere!

Buon 25 Aprile!

 

Mario Solara

 

 

La 114esima Garibaldi era distaccata alla scuola della Rocca sopra Mocchie, a Condove, sulla strada per Vaccherezza. Da qui, oggi, vogliamo partire per raccontare la Liberazione. Da una scuola, oggi come ieri, in Italia, simbolo di una società in difficoltà, che non vede i suoi giovani come un futuro se non pezzi di un ingranaggio funzionale al potere.
Ottanta anni fa si andava a scuola e si imparava a essere giovani fascisti. Non c'era scelta. Ci si sedeva e si imparava a odiare il negus, a odiare il nemico e a esaltare il grande destino dell'Italia nel fascismo, mentre lo stesso fascismo impediva la libera circolazione delle idee e delle persone, picchiava, torturava, mandava in esilio, mandava allo sbaraglio i figli di un Italia in ginocchio su fronti impossibili da difendere.
La scuola non era cultura ma propaganda. La maggior parte dei bambini cresceva con un pensiero univoco dove ogni dubbio era zittito o punito.
Dopo la Liberazione la scuola è diventata la casa di tutti, dove il figlio dell'operaio poteva avere la stessa istruzione e le stesse possibilità del figlio del notaio. Un concetto rivoluzionario per l'epoca. La Liberazione non aveva regalato all'Italia solo la libertà e la democrazia ma anche la speranza, che il futuro dei nostri figli sarebbe stato migliore. 
Quel risultato era il frutto di una profonda presa di coscienza dello scempio che la dittatura stava facendo del Paese e del sacrificio di tanti ragazzi e ragazze che hanno dato la propria vita per permettere ad altri coetanei di fare un salto in avanti, di essere liberi, pensanti.
Oggi sembrano tornare quei tempi bui. La scuola è nuovamente vessata, maltrattata, impoverita. Perché ancora una volta l'assenza di istruzione e di cultura, più in generale, è funzionale a un potere che ci vuole vuoti, inerti e inermi di fronte a qualsiasi sua scelta. 
La nostra scelta deve essere differente. Dobbiamo scegliere di partecipare, di capire e di difendere quei diritti, tra cui quello all'istruzione, che sono costati vite umane, sangue, sacrifici, povertà e dolore.
Quella scuola di montagna sopra Mocchie, da cui siamo partiti, oggi è abbandonata, vuota, morta. Non lasciamo che la nostra scuola, quella dell'Italia tutta, faccia la stessa fine. Lottiamo per sapere e per essere.

 

Paola Meinardi

Partigiani in 1° fila!!!
Partigiani in 1° fila!!!